Ci spiano come al GRANDE FRATELLO, impossibile nascondersi: timore per la propria privacy | Un noto colossal lo aveva predetto
Grande Fratello - Adginforma.it (Fonte X)
E se la nostra vita non fosse altro che un’inconsapevole simulazione, una sorta di Grande Fratello magistralmente organizzato?
Esattamente 25 anni fa, la Endemol Shine Italy ha ceduto a Mediaset di diritti del reality show “Grande Fratello“, nato originariamente in qualità di esperimento sociale. Anno dopo anno, il programma si è conquistato un ruolo in prima linea nel palinsesto dell’emittente.
In effetti, l’idea di fondo è affascinante quanto morbosa: spiare, 24 ore su 24, dei completi sconosciuti in un ambiente circoscritto, studiandone le iniziative e le movenze grazie alla presenza capillare di telecamere fisse e seguendo ogni fase della loro prigionia.
Nello show, originariamente condotto da Daria Bignardi, si sono avvicendati diversi volti televisivi, passando anche per Ilary Blasi, Alessia Marcuzzi e Barbara D’Urso, fino ad arrivare alle ultime versioni del reality, capitanate da Alfonso Signorini.
Ora che ‘l’effetto novità” è ormai scemato (al pari degli iniziali record di share), la prospettiva di essere filmati durante le nostre attività quotidiane è un’eventualità sempre più concreta… anche per i privati cittadini. Grazie alle potenzialità di smartphone, tablet e altri devices elettronici, infatti, qualsiasi hacker esperto potrebbe accedere ai nostri dati personali e bancari, incluse le foto e le password sensibili. Inoltre, l’installazione di numerose telecamere nei reticolati urbani permette alle Autorità di monitorare in tempo reale le attività di passanti e automobilisti, e lo stesso vale per le attività commerciali, come bar e negozi. Del resto, questo scenario era stato ipotizzato ed efficacemente rappresentato nel 1949 dallo scrittore George Orwell – peraltro ideatore del termine “Grande Fratello” – all’interno del suo romanzo “1984”, un ritratto distopico ma avveniristico, impressionante nella sua accuratezza, della società attuale.
E se la nostra vita fosse costantemente spiata?
La formidabile intuizione creativa di George Orwell è stata ripresa non solo da format televisivi come il “Grande Fratello”, ma anche da blockbuster del calibro di “The Truman Show” del 1998, diretto da Peter Weir e interpretato dal poliedrico Jim Carrey.
La pellicola dipana le vicissitudini di Truman Burbank, un uomo all’apparenza mediocre e naif che, gradualmente, si rende conto di quanto la sua vita perfetta e patinata presenti diverse sbavature e anomalie, fino ad arrivare alla consapevolezza di essere una sorta di cavia in un microcosmo chiuso e votato al voyerismo delle masse. Truman trascorre infatti le sue giornate, anche i momenti più intimi, alla mercè di innumerevoli telecamere che riportano in diretta la sua ruotine quotidiana a milioni di spettatori. Il film, peraltro molto attuale, ha ispirato il termine informale “Sindrome di Truman”, utilizzato per descrivere un particolare delirio in cui il paziente crede di essere costantemente osservato o di vivere in un reality show. Ma in cosa consiste?
La “Sindrome di Truman”
Per questa condizione non esiste una diagnosi ufficiale nel DSM-5, ma essa è associata ad alcuni disturbi psicotici, come il disturbo delirante di tipo persecutorio o la schizofrenia paranoide. I sintomi della “Sindrome di Truman” includono generalmente paranoia, la convinzione di essere spiati tramite telecamere o altri dispositivi e, infine, una percezione distorta della realtà. In alcuni casi clinici, i pazienti sono fermamente convinti di essere protagonisti di reality show segreti, e di vivere perciò in una realtà fittizia.
Generalmente curata con sessioni di terapia cognitivo-comportamentale, la “Sindrome di Truman” rappresenta non solo un fenomeno psicologico di grande attualità, legato alla potenziale perdita della privacy, ma impone anche una doverosa riflessione sul futuro. Se George Orwell nel 1949 aveva saputo confezionare un mondo parallelo così assimilabile a quello attuale, è così inverosimile ipotizzare che in un prossimo futuro i privati cittadini vengano sottoposti a un incessante monitoraggio?