Rinvenuto il corpo del 26enne scomparso a Canosa di Puglia: le indagini verso la pista mafiosa

Polizia di Stato

Volante della Polizia (instagram poliziadistato) - adginforma.it

Il corpo del giovane scomparso è stato ritrovato privo di vita e le prime indagini portano ad un metodo mafioso.

Dopo quattro giorni di ricerca, nella mattinata dello scorso 29 aprile la Polizia è riuscita a ritrovare il giovane 26enne scomparso la sera del 25.


Tuttavia, quello che gli agenti hanno ritrovato è stato il suo corpo semicarbonizzato e abbandonato in una zona rurale tra Canosa di Puglia e Minervino Murge.

Il giovane scomparso e poi ritrovato privo di vita è Francesco Diviesti, 26 anni, di Barletta e barbiere come suo padre.


L’ultima volta che Diviesti ha contattato la sua famiglia erano le 20:18 dello scorso 25 aprile, poi le telecamere di sorveglianza del suo negozio lo hanno ripreso mentre lasciava il suo monopattino all’interno verso la mezzanotte dello stesso 25 aprile.

Il ritrovamento del cadavere

Dopo l’ultimo messaggio inviato ai suoi genitori, Francesco Diviesti non è stato più raggiungibile al cellulare. La mattina del 26 aprile la famiglia ne ha denunciato la scomparsa e la Polizia si è subito mobilitata per iniziare le ricerche del giovane uomo. Secondo quanto si legge sul Quotidiano Nazionale, gli agenti sono arrivati sul luogo del ritrovamento del cadavere forse a seguito di una segnalazione da parte di qualcuno della zona.

La Polizia ha ritrovato il corpo semicarbonizzato nelle campagne di Femmina Morta, a circa mezz’ora di auto da Barletta. Secondo quanto riportato da Ansa, il cadavere è senza dubbio di Diviesti ma l’esito degli esami del DNA ne confermerà l’identità. Tuttavia, il 26enne potrebbe essere stato riconosciuto dal suo abbigliamento (giubbotto bianco e nero, jeans scuri, scarpe da ginnastica bianche e cappellino scuro) identico a quello mostrato dalle sue ultimi immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza.

Diviesti
Francesco Diviesti (instagram francesco__diviesti__) – adginforma.it

Sospetto di metodo mafioso

L’indagine sulla morte di Francesco Diviesti è passata dal Procura di Trani alla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari. Questo perché le prime indagini conducono verso delle aggravanti tipiche di una pista mafiosa. Secondo quanto riportato da Ansa, l’indagine della Polizia è coordinata dal Pubblico Ministero della DDA Ettore Cardinali. Il Quotidiano Nazionale riporta anche l’ipotesi di una rissa nella quale Francesco Diviesti sarebbe stato coinvolto la sera dello scorso 25 aprile.

Nei pressi di un bar in Via Boggiano, nel quartiere Settefrati, assieme al 26enne ci sarebbe stato anche un uomo sui 40 anni che poche ore dopo è stato arrestato perché in possesso di una pistola e di un coltello. Tuttavia, al momento dell’arresto Diviesti non era presente. Si valuta anche la pista del traffico di droga e l’Agenzia Giornalistica Italiana (AGI) scrive: “Con la decapitazione dei clan storici barlettani negli ultimi anni, nuovi gruppi emergenti si starebbero contendendo il controllo delle piazze di spaccio”.