L’ISOLA CHE NON C’È esiste, qui il tempo si ferma e non invecchi mai | Anche l’INPS contenta della scoperta
Isola che non c'è - Adginforma.it (Fonte Pixabay)
In questo luogo misterioso il tempo è cristallizzato: l’esperimento pubblicato dalla rivista Nature apre nuovi orizzonti nel contrasto all’invecchiamento.
E se al mondo esistesse una location che sfugge alle regole della fisica, abbattendo tutte la barriere spazio-temporali? Gli appassionati del genere Sci-Fi avranno sicuramente apprezzato la pellicola “Old”, del celebre regista M. Night Shyamalan.
Il film, uscito nelle sale nel 2021, segue le vicende di una famiglia che approda in una spiaggia isolata durante una vacanza in un paradiso tropicale: una baia incantevole e suggestiva, ma che nasconde un segreto insidioso e persino mortale.
Presto, infatti, i coniugi, i figli della coppia e gli altri partecipanti all’esclusiva esperienza scoprono che la spiaggia accelera il loro processo di invecchiamento: 30 minuti di permanenza equivalgono infatti a 1 anno di vita, influenzando così il processo di crescita dei bimbi e deteriorando lo stato di salute degli adulti. Ogni tentativo di fuga fallisce, e l’escalation di panico – unitamente al peggioramento dello stato fisico e mentale del gruppo – innesca un susseguirsi di eventi drammatici che sfocia infine in un plot twist che chiude il cerchio del mistero.
Un film di sicuro impatto, e che ha avuto il merito di riaprire (ancora una volta) il dibattito in merito il contributo della scienza nei processi di invecchiamento, nonché sulle imprevedibili variabili ambientali. Ma se esistesse invece un luogo in cui il tempo sembra essersi cristallizzato, bloccando così l’inevitabile declino di tutti gli esseri viventi?
Il mistero della Clarion-Clipperton Zone
La Clarion-Clipperton Zone (CCZ) è un’area abissale del Pacifico nord-orientale, una zona al centro di numerosi studi scientifici per la sua ricchezza di noduli polimetallici e per le sue peculiarità ambientali uniche.
Gli studiosi hanno infatti condotto alcuni esperimenti di disturbo su piccola scala in loco, ad esempio degli interventi con una draga a catena nel settore tedesco della CCZ, e i risultati si sono rivelati sorprendenti. I sedimenti sollevati, infatti, hanno formato dei pennacchi che hanno alterato solo sensibilmente l’ecosistema bentonico a breve termine, poiché l’ossigenazione profonda e la bassa disponibilità di materia organica hanno il potere di ridurre l’attività batterica e la degradazione dei composti biologici. Traducendo: le straordinarie caratteristiche della CCZ suggeriscono che questa zona immersa funga da archivio naturale di materiali, preservando la biodiversità dal degrado e persino dai processi di invecchiamento, a prescindere dall’intervento dell’uomo.
Un portale temporale negli abissi?
La ricerca, pubblicata dalla rivista Nature, si limita a riportare una serie di dati oggettivi, ma ovviamente le congetture non mancano. Una delle ipotesi più affascinanti, infatti, è che nella CCZ il tempo possa scorrere a una velocità differente: i sedimenti, infatti, si depositano a ritmi di 0,2 centimetri ogni mille anni, e potrebbero quindi ospitare e conservare al loro interno fossili viventi che risalgono alle ere preistoriche.
Secondo i più fantasiosi, potrebbero addirittura serbare le tracce di civiltà aliene giunte sulla Terra grazie ai meteoriti. Quindi, l’isola che non c’è sembra essere un luogo più reale e vicino di quanto si potesse immaginare… A patto di avere un sommergibile a portata di mano!