PERMESSI PER MALATTIA: non li pagano più, in alcune buste paga sono già stati eliminati | Tolto un diritto ai lavoratori
abolita la malattia per i lavoratori -fonte-Canva-elnur-Adginforma.it
Dovrai andare a lavoro anche con la febbre a 40: i permessi per malattia sono stati appena annullati.
Chi lavora è su tutte le furie: preparati a dire “addio” una volta e per sempre all’indennità di malattia.
I diritti dei lavoratori italiani sono stati calpestati e questo grave episodio si somma alle condizioni di lavoro precarie e ai tanti problemi del settore.
Ecco che cosa sta accadendo ai permessi per malattia e perché si attendono proteste pubbliche e scioperi.
I giorni di malattia retribuiti non esisteranno più nemmeno per chi ha un contratto da dipendente.
Permessi per malattia, la grande novità per i lavoratori italiani
Il diritto del lavoro in Italia prevede che chi svolge un lavoro dipendente possa assentarsi in caso di malattia ed essere retribuito come se fosse al lavoro. Questo diritto però ha dei limiti. Innanzi tutto la malattia deve essere confermata dal medico dell’Asl, che invia un certificato all’INPS indicando le ragioni e il periodo di assenza. I primi 3 giorni di malattia vengono pagati dal datore di lavoro. A partire dal 4° giorno in poi invece è l’INPS ad erogare l’indennità di malattia, per un massimo di 180 giorni. Questo vale in via generale. A seconda dei diversi CCNL ci sono delle piccole differenze. Inoltre, per essere certi di percepire l’indennità di malattia, occorre che il lavoratore rispetti alcune regole.
Esistono dei casi in cui i permessi riconosciuti al lavoratore possono essere sospesi o si può andare incontro ad alcuni problemi. Vediamo insieme di quali casi si tratta e come mai molti cittadini lamentano una supposta abolizione del diritto alla malattia retribuita.
Ci sono casi in cui ti tolgono l’indennità (e non solo)
Come abbiamo visto, stare a casa quando si è ammalati, si subisce un’operazione chirurgica o assentarsi dal lavoro per fare visite mediche certificate è un diritto ma anche il lavoratore ha, dal canto suo, degli obblighi da rispettare. Quello principale è rendersi reperibile all’indirizzo indicato all’Asl per eventuali visita fiscali. I medici del SNN, il Sistema Sanitario Nazionale, infatti potrebbero fare un sopralluogo per vistare il paziente, se richiesto dal datore di lavoro. Esistono delle fasce orarie, mattutine e pomeridiane, prestabilite in cui bisogna essere presenti in casa.
Dunque, negli orari previsti, non si può nemmeno andare in farmacia o a una visita medica specialistica. Inoltre, il lavoratore che è in malattia deve essere collaborativo e dunque assumere un atteggiamento che non osteggi il lavoro dell’INPS. Non è ammesso, ad esempio, respingere il medico fiscale o non aprirgli la porta, nemmeno in caso di malori gravi e dolore severo.