LEGGE 104: ora i giorni di permesso puoi utilizzarli per andare in VACANZA | Caduto l’obbligo di assistenza all’invalido

Legge 104 - fonte_Canva - adginforma.it

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Cosa rischia davvero chi usa i permessi 104 con troppa leggerezza? La risposta della Cassazione cambia le carte in tavola.

Un diritto conquistato con fatica, un gesto che nasce dall’amore. Ma cosa succede quando viene frainteso?

Nel mondo del lavoro, le tutele hanno un peso enorme, ma spesso quel peso si trasforma in un’arma a doppio taglio.

C’è una linea sottile tra necessità e abuso, e attraversarla può costare caro. molto più di quanto si pensi.

Un recente caso giudiziario ha messo in luce proprio questo: quando il permesso si trasforma in un boomerang.

Il confine invisibile tra diritto e abuso

Ci sono leggi che proteggono, e ci sono comportamenti che mettono a rischio quelle stesse protezioni. La Legge 104/92, per esempio, offre ai lavoratori la possibilità di prendersi cura di familiari con gravi disabilità. È una norma che nasce per sostenere, non per concedere privilegi. Ma in tempi in cui la produttività è sotto osservazione costante e le imprese devono bilanciare risorse ed equità, ogni giorno di assenza pesa.

I datori di lavoro lo sanno: dietro ogni richiesta può nascondersi una reale esigenza, oppure no. La tensione tra fiducia e controllo è continua, e la giurisprudenza è costretta a intervenire sempre più spesso per fare chiarezza. Non si tratta solo di cavilli legali. In gioco c’è il principio stesso di correttezza nei rapporti professionali. E quando qualcosa stona, le conseguenze possono essere drastiche, anche se, a prima vista, sembrava tutto legittimo.

Coppia al pc
Coppia al pc (Canva) Adginforma.it

Quando la visita non basta: la sentenza che fa discutere

È successo davvero, e potrebbe riguardare molti più lavoratori di quanto si immagini. Con l’ordinanza n. 5948 del 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio netto: i permessi 104 non sono un lasciapassare generico. Nel caso specifico, un lavoratore aveva ottenuto giorni di permesso per assistere un parente disabile. Ma quel familiare era ricoverato stabilmente in una RSA, una struttura in grado di garantire assistenza h24.

Il dipendente si limitava a visite brevi, senza offrire un supporto concreto o indispensabile. Per l’azienda era un abuso. E la Cassazione ha dato ragione all’impresa. La Corte ha ribadito che i permessi 104 hanno senso solo se l’intervento del lavoratore è realmente necessario. Non bastano la parentela o la certificazione. Serve un bisogno attuale e insostituibile. In assenza di questo, si viola la buona fede contrattuale e si rischia il licenziamento immediato, senza preavviso. Il messaggio è chiaro: chi usa questi strumenti deve farlo con responsabilità. Perché i colleghi possono anche non sapere, ma il giudice sì.