La nota BANCA italiana mette nei guai i correntisti, filiali chiuse e soldi spariti | A nulla sono servite le avvisaglie dei giorni scorsi
Banca chiude i battenti, correntista preoccupato (canva) Adginforma.it
Filiali che chiudono, clienti nel caos e miliardi in bilico: cosa sta accadendo tra a questa Banca italiana?
Sportelli chiusi, clienti spaesati, conti congelati e una fusione che promette di riscrivere la geografia bancaria italiana.
La tensione cresce tra i correntisti della Banca, che nelle ultime settimane hanno vissuto con crescente incertezza il destino delle loro filiali.
Cosa succede? E cosa accade a chi, in quella banca, ha depositato i propri risparmi?
Il rischio è che la razionalizzazione annunciata si traduca in un boomerang per migliaia di persone.
Il giorno in cui la banca sotto casa ha chiuso per sempre
C’erano una volta le filiali di quartiere, presidio fisico e umano della nostra quotidianità bancaria. Ci si andava per versare l’assegno, chiedere un mutuo, scambiare due parole con il direttore. Oggi, quella scena è sempre più un ricordo. Da anni le banche stanno riducendo la loro presenza sul territorio, accorpando sportelli e spostando tutto online. Una strategia che taglia i costi, ma spesso anche il rapporto con i clienti. Il rischio? Che la banca diventi un’entità astratta, lontana, inaccessibile.
Con l’avanzare delle fusioni e delle operazioni societarie, intere province italiane si ritrovano improvvisamente senza filiali. E i cittadini, in particolare quelli meno digitalizzati o più anziani, rimangono senza un punto di riferimento reale. È un problema che va ben oltre il servizio al cliente: è una questione di fiducia, di presenza, di equità territoriale. E ora, con una nuova operazione in corso, il fenomeno rischia di esplodere. Perché i numeri in gioco sono enormi. E le conseguenze, imprevedibili.
Oltre 200 sportelli chiusi: ecco il piano che allarma i clienti della Banca
Unicredit, colosso del credito italiano, si prepara a una mossa clamorosa: nel piano di fusione con Banco Bpm, potrebbero essere cedute oltre 200 filiali, il 14% di quelle oggi attive. A farne le spese saranno soprattutto le province di Verona e Novara, dove la presenza del Banco verrebbe quasi azzerata: 90 sportelli chiusi su 91 nel primo caso, 90% dei punti nel secondo.
A Milano, città-simbolo dell’istituto, l’impatto sarà più lieve, ma altrove la sforbiciata è netta: 23 chiusure a Modena, 16 ad Alessandria. Una strategia imposta dalle regole antitrust europee, che impongono un limite del 20% di quota per ogni banca in ciascuna provincia. Ma la vera scossa potrebbe arrivare sul fronte dei depositi: la riduzione degli sportelli comporterebbe la perdita di circa 10 miliardi in raccolta. Una cifra che rischia di mandare in tilt il delicato equilibrio tra depositi e impieghi. E mentre Bruxelles valuta la legittimità dell’operazione, i correntisti aspettano. Confusi. Spaventati. E sempre più soli.