Ultim’ora – AUTO ELETTRICHE: introdotta la nuova tassa da € 100 al mese per poterle guidare | Brutta sorpresa per gli automobilisti italiani

Auto elettrica (Canva) Adginforma.it
In Italia guidare un’auto elettrica costa più che altrove: tra energia e tasse, la transizione green sembra una corsa in salita.
L’Italia si scopre il Paese meno amico delle auto elettriche, e la notizia non arriva da voci di corridoio.
Mentre altrove i costi calano, da noi si alzano, fino a raggiungere un paradosso che fa discutere.
Sostenere l’elettrico dovrebbe essere una priorità, ma nel Belpaese diventa un lusso sempre meno accessibile.
Ecco perché, tra bollette salate e mercato ingessato, guidare green rischia di diventare un privilegio.
Una tassa nascosta nel costo della ricarica
In Italia chi guida un’auto elettrica spende in media quasi 100 euro al mese solo per la ricarica. Il dato ufficiale è 94,73 euro per ogni MWh, il più alto d’Europa. Per capirci: in Francia il costo è tre volte inferiore, in Spagna addirittura sei. Questa differenza, sebbene riferita al mercato all’ingrosso, ha effetti concreti sulla vita quotidiana di chi si muove con mezzi elettrici. I prezzi alla colonnina sono instabili, ma i costi reali, quelli della ricarica domestica tramite wallbox o pubblica, finiscono per riflettere le dinamiche di mercato. E a maggio 2025 l’Italia è risultata il fanalino di coda europeo per convenienza.
Nel frattempo, le auto elettriche in circolazione restano una minoranza: circa 300.000 su oltre 40 milioni di veicoli. La quota di mercato è risicata, tenuta in piedi solo da incentivi e sconti forzati. Le grandi case automobilistiche guardano altrove, in particolare quelle cinesi, che dominano grazie a prezzi competitivi e batterie più efficienti. Il risultato è un Paese che, pur avendo il sole, resta all’ombra della transizione.
La svolta green rallenta, chi paga il conto?
Il paradosso è evidente: l’Italia, formalmente impegnata nella transizione ecologica, si trova oggi a scoraggiare proprio chi sceglie veicoli a zero emissioni. Una nuova tassa fissa non è stata varata, ma il risultato è lo stesso. Con un costo mensile medio vicino ai 100 euro solo per la ricarica, ogni automobilista elettrico paga di fatto un prezzo maggiorato. La situazione è aggravata dal fallimento dei bandi PNRR per le colonnine veloci, rimandati o disertati.
I 600 milioni destinati all’infrastruttura pubblica sono stati dirottati su altri capitoli, lasciando le città italiane con poche alternative e molta confusione tariffaria. I fornitori di energia elettrica sono pochi e il gioco della concorrenza si ferma prima ancora di iniziare. Chi può, installa pannelli solari e si sgancia dal sistema. Ma è una strada per pochi, e guarda caso le tecnologie più convenienti arrivano dalla Cina. Il Green Deal europeo, almeno in Italia, rischia di trasformarsi in una sconfitta culturale e industriale. In attesa di una strategia vera, a vincere non è l’ambiente, ma chi sa restare fermo al posto giusto. Gli altri continueranno a pagare il prezzo di una transizione fatta a metà.