Come Totò che vendeva la Fontana di Trevi, la nuova truffa online ti scuce € 500 | Un affare che si rivela un “pacco”

Truffa online (Canva) Adginforma.it
Sembra una storia inventata, ma dietro uno schermo si nascondono raggiri tanto banali quanto pericolosi. E nessuno è davvero al sicuro.
Totò, in un celebre film, vendette la Fontana di Trevi a un turista sprovveduto: una gag immortale.
Oggi certe truffe non fanno più ridere, e non servono scenografie romane né facce d’attore.
Basta uno smartphone, una connessione e un’offerta imperdibile per far cadere nella rete anche i più prudenti.
La truffa è digitale, silenziosa, e si consuma con un clic, lasciando dietro solo vuoti sul conto e amarezze.
Quando la realtà supera la commedia
Non servono doppiopetti o piazze romane per vendere illusioni. Oggi il raggiro è una faccenda più semplice, eppure altrettanto beffarda. Ai tempi di Totò, i truffatori dovevano essere attori consumati. Ora, invece, bastano pochi messaggi, un sito web costruito ad arte e un po’ di psicologia spicciola.
Ci si fida della rete perché tutto avviene in modo pulito, senza sguardi ambigui né strette di mano. I truffatori non hanno bisogno di presentarsi: si mascherano dietro email formali e numeri di telefono fittizi, sfruttando la fretta e la fiducia dei consumatori. E così, quella che sembra una semplice compravendita si trasforma in una trappola. Il messaggio è sempre lo stesso: “Offerta limitata”, “Spedizione immediata”, “Solo per oggi”. E l’inganno funziona. Sempre più persone cadono, non per ingenuità, ma per l’abitudine di affidarsi a uno schermo.
Un bonifico, una lavatrice e poi il silenzio
È bastata una lavatrice in offerta a convincere una persona, a fidarsi. L’annuncio sembrava serio: un noto brand, prezzo competitivo, scheda tecnica dettagliata. Dopo qualche scambio di email, l’acquisto è stato confermato con un bonifico da 450 euro. E lì, la sparizione. Nessuna ricevuta, nessuna data di spedizione. Il numero di telefono risultava inattivo, le email rimanevano senza risposta. Nemmeno la casella di posta indesiderata dava speranze.
L’uomo si è rivolto ai Carabinieri, fornendo ogni dettaglio utile all’indagine. I militari, seguendo i movimenti bancari, hanno individuato una donna di circa 30 anni, ora denunciata per truffa. Si tratta di un caso tra tanti, purtroppo, sempre più frequenti, sempre più raffinati. Le forze dell’ordine lo sanno bene e invitano alla prudenza, soprattutto online. Incontri pubblici e sportelli informativi sono oggi strumenti fondamentali per prevenire queste trappole. Perché la “Fontana di Trevi” potrebbe anche trovarsi in vendita di nuovo, per mano di certi truffatori, ma nessuno dovrebbe più comprarla davvero. Se sei preparato non cadi nei tranelli, spargi la voce per evitare ad amici e familiari la stessa sorte.