Un enzima presente nel nostro intestino è la cura definitiva al CANCRO | Il corpo in grado di autocurarsi
Scienziata lavora al microscopio (Canva) Adginforma.it
Un minuscolo abitante del nostro intestino potrebbe cambiare la cura contro il cancro. Ecco perché ora tutti ne parlano.
Un’équipe di scienziati ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere le regole della lotta al cancro.
Il protagonista non è un nuovo farmaco, né una terapia futuristica, ma qualcosa che vive dentro di noi.
È piccolo, silenzioso, e fino a pochi anni fa nessuno gli dava importanza. Un elemento noto a pochi, ma che può fare la differenza.
Eppure, oggi potrebbe essere la chiave per attivare il potere nascosto del nostro stesso sistema immunitario.
Il corpo sa guarire da solo, ma ci siamo dimenticati come aiutarlo
Per decenni abbiamo guardato all’esterno in cerca di soluzioni: laboratori, molecole sintetiche, biotecnologie avanzate. Ma, a volte, la risposta è sotto il nostro naso. O meglio, dentro il nostro intestino. È lì che si nasconde una popolazione invisibile, un esercito di microbi sconosciuti che convivono con noi, giorno dopo giorno, influenzando processi che vanno ben oltre la digestione. Nel corso degli ultimi anni, la scienza ha iniziato a esplorare il microbiota intestinale con occhi nuovi.
E ha trovato una complessità sorprendente. Alcuni di questi batteri sembrano in grado di dialogare direttamente con il sistema immunitario, influenzandone l’efficacia. Ma nessuno si aspettava che uno di questi potesse avere un ruolo determinante nella lotta contro il cancro. Il punto di svolta è arrivato in silenzio, da un laboratorio giapponese. Non con clamore, ma con la pazienza della ricerca vera. E con un’intuizione geniale.
Il batterio che potenzia le difese: così l’intestino aiuta a sconfiggere il cancro
Tutto comincia con uno studio dell’immunologo Hiroyoshi Nishikawa del National Cancer Center di Tokyo. Analizzando i campioni fecali di 50 pazienti oncologici trattati con inibitori del checkpoint immunitario, il suo team ha notato qualcosa di insolito: alcuni pazienti rispondevano molto meglio di altri alla terapia, e la differenza sembrava legata non al tipo di tumore, ma a ciò che avevano nell’intestino. È lì che entra in gioco l’Hominenteromicrobium mulieris, un batterio sconosciuto fino al 2020. Invisibile, schivo, eppure straordinariamente potente. Dopo oltre un anno e mezzo di studi, il team ha scoperto che questo microrganismo stimola un preciso meccanismo molecolare: attiva le cellule dendritiche, che a loro volta risvegliano un sottogruppo di cellule T. Sono loro, le “sentinelle” del sistema immunitario, a individuare e distruggere le cellule tumorali.
Il batterio, in pratica, fa da catalizzatore. Non cura da solo, ma potenzia l’effetto dei farmaci immunoterapici, trasformando un trattamento efficace per pochi in una possibilità concreta per molti. Il tutto con una precisione biologica che sfida ogni algoritmo artificiale. La scoperta, pubblicata su Nature il 14 luglio, ha già suscitato un entusiasmo globale. La prossima tappa? Una sperimentazione clinica sugli esseri umani. Ma il messaggio è chiaro: il corpo, se messo nelle condizioni giuste, può diventare la sua migliore medicina. E forse lo è sempre stato.