Riforma costituzionale della Magistratura: il testo è approvato | Cosa cambia da ora

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Novità in ambito giudiziario, il testo per la riforma costituzionale della Magistratura è stato approvato. Le modifiche.

Il 22 luglio scorso il Senato ha approvato il testo che riguarda la riforma costituzionale della Magistratura con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astenuti.

Secondo quanto si legge sul sito pagellapolitica.it, la riforma costituzionale era stata già approvata lo scorso gennaio dalla Camera.

Nella votazione di martedì 22 luglio, il testo ha ottenuto i voti favorevoli del centrodestra e di Azione. Invece il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno votato contro, mentre Italia Viva si è astenuta.

Stando a quanto riportato sul sito questionegiustizia.it, se non ci saranno incidenti di percorso o ripensamenti da parte della maggioranza di Governo la doppia spoletta Camera/Senato finirà al massimo all’inizio del 2026. In primavera, quasi certamente, si arriverà al referendum confermativo.

Il testo approvato

La riforma costituzionale che è stata approvata prima dalla Camera e poi dal Senato riguarda la separazione delle carriere dei magistrati. Come riporta il sito pagellapolitica.it, dopo l’approvazione il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è definito lieto del risultato. La riforma costituzionale, per il momento, non ha subito nessun tipo di modifica nei primi due passaggi alla Camera e al Senato.

Il testo approvato prevede la separazione tra i magistrati che hanno la funzione di giudicanti, vale a dire i giudici, e quelli che svolgono il compito di requirenti (i pubblici ministeri). Secondo le regole attuali, tutti i magistrati frequentano lo stesso percorso di studi e durante la loro carriera possono cambiare funzione, passando da giudice a PM una sola volta ed entro i primi dieci anni dall’inizio della loro attività.

Riunione politica
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I cambiamenti

Tutti i magistrati sono sottoposti e rispondono ad un unico organo , ovvero il Consiglio superiore della magistratura (CSM). Questo è guidato dal Presidente della Repubblica e verifica che i magistrati lavorino nel modo corretto. La riforma costituzionale proposta ed approvata punta a dividere le carriere dei magistrati che svolgono il ruolo di giudici da quelli che svolgono la funzione di PM (che in processo rappresentano l’accusa). Con questa divisione dei ruoli, i futuri magistrati dovranno scegliere a priori se vestire i panni del giudice o del pubblico ministero (senza la possibilità di cambi di ruolo in corso d’opera).

La riforma prevede anche la nascita di due CSM distinti, uno per i giudici e uno per i PM, e i loro membri dovranno essere sorteggiati tra esperti in materie giuridiche, magistrati giudicanti e requirenti. Il Governo punta al sorteggio per diminuire l’influenza dell’Associazione nazionale magistrati (ANM). Questa rappresenta gli interessi dei magistrati e al suo interno è divisa in varie correnti, ovvero magistrati con idee simili sulla politica. Tuttavia, il percorso per l’approvazione definitiva è ancora lungo perché il testo dovrà essere promosso nuovamente sia dalla Camera che dal Senato senza modifiche.