“Adieu” a Francoise Hardy, icona romantica della musica leggera
Era stanca di soffrire. Al punto che già nel 2021 aveva invocato il diritto all’eutanasia. È stato il figlio, Thomas Dutronc, tramite i social, ad annunciarne la morte. Francoise Hardy, icona indimenticabile del pop fin dagli anni Sessanta, era nata a Parigi nel ’44, quando in città c’erano i Tedeschi, durante un allarme aereo. Timida ed introversa, ha cantato la malinconia e gli innamoramenti dei teenagers del tempo. Il successo arriva al primo colpo. A soli 18 anni. È la sera del 28 ottobre 1962, i Francesi attendono alla tv i risultati del referendum per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. In una pausa musicale l’artista, giovanissima e sconosciuta, canta “Tous les garcons et les filles” di cui è pure autrice.
Il brano venderà oltre due milioni di copie nella sola Francia, un successo stratosferico, il più eclatante per Madame Hardy. Proposto peraltro in più lingue, come molti altri suoi brani. E pensare che quella prima versione, negli arrangiamenti, non l’ha mai convinta. Sotto accusa proprio la chitarra, di cui era pazzamente innamorata. Se ne fece regalare una, ancora adolescente. E la imparò a suonare da sola. Nel ’63 partecipa all’Eurofestival, l’attuale Eurovision Song Contest. Propone L’amour s’en va, e arriva quinta. Qualche mese dopo, canta per la prima volta all’Olympia di Parigi, tempio storico della musica leggera d’oltralpe. Poi al Savoy Hotel di Londra nel ’65 dove, tra l’altro, canta All over the world che rimane un po’ di mesi nella hit inglese.
Coi Beatles, i Rolling Stones e Mary Quant gli incontri formativi più interessanti, se consideriamo che i Sessanta sono gli anni rivoluzionari, per così dire, della Swinging London. A Sanremo, l’anno dopo, fa coppia con Edoardo Vianello, la canzone è Parlami di te. La cover de Il ragazzo della via Gluck diventa La maison où j’ai grandi. Fino a una compilation col connazionale Antoine (quello di “Pietre”). Patrick Bruel, altro suo collega, dice “le sue canzoni mai hanno smesso di accompagnarmi”. Eternamente malinconica, la sua bellezza quasi abbagliava e il look con la frangia è divenuto iconico. Romantica e delicata, ha vissuto diversi amori. Bob Dylan compose per lei addirittura un poema. Mick Jagger, il frontman dei Rolling Stones la definì “Femme idéale”.
Diverse le presenze anche nel cinema, in particolare coi registi Claude Lelouch e Jean-Luc Godard. E nonostante amasse stare lontano dai riflettori dovette prestarsi anche alla moda. Paco Rabanne e André Courréges ne condivisero spesso l’anticonvenzionalità coniando un personaggio decisamente moderno. Dirà la bella Francoise: Ciò che una persona canta è un’espressione di ciò che è. Per mia fortuna, le canzoni che ricordiamo sono quelle tristi e romantiche. Francoise Hardy è stata l’unica rappresentante francese annoverata dalla rivista americana Rolling Stones nella classifica dei duecento cantanti più grandi di tutti i tempi.