Allarme scuole, “i ragazzi entrano dal portone ma poi…” | Succede in tutte le città italiane, finalmente oggi lo sappiamo
Ragazzi a scuola - Adginforma.it (Fonte Pixabay)
Un noto psicoanalista mette in subbuglio le famiglie italiane. Ecco cosa accade ogni giorno a scuola: la scomoda verità porta alla sbarra l’intero sistema scolastico.
Negli ultimi giorni il noto filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti ha gettato una bomba sul sistema educativo italiano, puntando inoltre il dito sul lassismo di numerosi genitori.
Secondo Galiberti, la facilità con cui si distribuiscono diagnosi ai minori costituirebbe solamente un alibi per i mediocri risultati scolastici registrati da molti studenti: “La scuola elementare sembra diventata una clinica psichiatrica”, ha commentato lo specialista.
Per poi rincarare la dose: “Tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici… ma chi l’ha detto? Ai miei tempi non c’erano queste condizioni. C’era uno più bravo e uno meno bravo, che poi si esercitava e diventava bravo“.
Galiberti ha inoltre sentenziato che patologizzare tutte le insufficienze, semplificando così il percorso scolastico agli studenti meno brillanti, rappresenta una dinamica dannosa e controproducente ai fini dello sviluppo intellettivo e sociale dei ragazzi, peraltro fornendo loro un pretesto per profondere minore impegno nelle attività scolastiche. Un intervento che ha suscitato non poche polemiche, ma i punti sollevati da Galberti hanno certamente scosso le coscienze, e riscontrato anche il plauso di numerosi docenti.
Il lato nascosto dell’Istruzione
A dare manforte alla tesi di Galimberti ci ha pensato l’ex dirigente scolastico Raffaello Iosa, che ha riportato a Open: “Ogni mattina tutti i bambini e ragazzi entrano dallo stesso portone di scuola ma, una volta dentro, non vivono la stessa scuola“. E ha spiegato: “Alcuni non vanno nell’aula assieme ai compagni, e proliferano le cosiddette Aule H, luoghi separati dove l’insegnante di sostegno assume quasi il ruolo di guardiano: non è certo questo il futuro che vogliamo per i nostri figli“.
Secondo Galiberti, la tendenza a giustificare ogni lacuna porta a deresponsabilizzare i ragazzi, provocando inoltre in loro evidenti carenze intellettive e sociali: “Pur di fare un percorso facilitato, si fanno fare una bella ricetta dal medico. Ai genitori interessa questo, non la formazione: è vergognoso. È la strada dell’ignoranza. Un insegnante cosa può fare di frotte a un certificato medico? Calma con la patologia, sennò mettiamo al mondo solo ragazzi handicappati dal punti di vista psichiatrico, Insegnanti di sostegno, ma stiamo scherzando? Gli insegnanti di sostegno, oltre a dover essere preparati e non semplicemente essere i residuali di coloro che non hanno avuto una cattedra e che non sanno niente delle patologie dei ragazzi, dovrebbero essere dati a chi ha veri problemi psicologici, e non ai dislessici“.
Il dibattito infiamma l’Italia
Ovviamente, gli affondi di Galiberti hanno punto sul vivo numerosi genitori, e se alcuni difendono le proprie scelte, reclamando il diritto di ricorrere ai consulti medici più disparati per tutelare il benessere dei loro pargoli, altri appoggiano in pieno la sua requisitoria tranchant.
Soprattutto alcuni insegnanti. Uno di essi ha infatti concordato, come riporta Open: “Da docente, dico che ormai non si riesce più a fare il nostro lavoro come si dovrebbe, perché sono i genitori che non lo permettono! Sono i genitori che non riconoscono più la figura e l’importanza del docente, e di conseguenza…“.