“Ci dovete € 1.200”, in queste ore recapitate centinaia di raccomandate dell’AGENZIA DELLE ENTRATE | I pagamenti devono essere fatti entro il 30 luglio

Brutta sorpresa dall'Agenzia delle Entrate

Brutta sorpresa dall'Agenzia delle Entrate (Canva) Adginforma.it

In tutta Italia stanno arrivando avvisi da 1.200 euro. Ecco perché l’Agenzia delle Entrate sta bussando alla porta degli ex lavoratori.

La lettera arriva come un fulmine a ciel sereno, addio alle vacanze.

L’intestazione è familiare: Agenzia delle Entrate. Un mittente che preoccupa chi riceve le buste a casa.

Dentro, una cifra che lascia interdetti: 1.200 euro. E li vogliono subito.

E una scadenza: 30 luglio. Cosa sta succedendo? Meglio essere informati per non avere sorprese.

La sorpresa (amara) che arriva dopo mesi

Per molti ex dipendenti, il momento della liquidazione del TFR o TFS segna la fine simbolica del proprio percorso lavorativo. Una chiusura definitiva, suggellata da un bonifico tanto atteso. Ma a volte, quello che sembra un punto fermo diventa una fastidiosa virgola. Succede quando, settimane o mesi dopo, il Fisco si rifà vivo con una richiesta imprevista.

Non è un errore, né una sanzione. Il mittente è l’Agenzia delle Entrate, e la parola che compare spesso è una sola: conguaglio. Una definizione tecnica, ma che per molti significa dover mettere mano nuovamente al portafoglio.

Pagamento in euro
Pagamento in euro (Canva) Adginforma.it

Chi rischia di più e cosa si può fare

La ragione è semplice, anche se poco conosciuta: il TFR è soggetto a una tassazione separata, e l’imposta trattenuta all’inizio (di solito il 23%) è solo una stima. A conti fatti, potrebbe non bastare. E così, chi ha percepito una liquidazione consistente – magari superiore ai 30.000 euro – può ritrovarsi a dover versare ancora. È quello che sta accadendo ora a centinaia di persone, soprattutto pensionati o ex dipendenti pubblici. Gli avvisi bonari stanno arrivando in massa, e spesso indicano importi attorno ai 1.200 euro. Il conguaglio si basa su un ricalcolo effettuato in base ai redditi dei due anni precedenti alla liquidazione. Se in quel periodo il contribuente aveva un reddito elevato, l’aliquota effettiva può superare il 23%, e la differenza va pagata. A rischio maggiore ci sono manager, dirigenti, quadri e liberi professionisti in transizione verso la pensione. Anche chi ha ricevuto il TFR o TFS in ritardo potrebbe vedersi applicare aliquote più alte.

Il pagamento richiesto deve essere effettuato entro il 30 luglio. In alcuni casi, però, è possibile chiedere una rateizzazione oppure contestare l’importo, se ci sono incongruenze. È fondamentale leggere attentamente la comunicazione ricevuta, verificare i calcoli e, se necessario, rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale. La certezza è una sola: anche quando sembra tutto chiuso, col Fisco non è mai detta l’ultima parola. E se arriva anche a te una busta a sorpresa dall’Agenzia delle Entrate, è meglio che aspetti a fare le valige. Le vacanze potrebbero saltare.