COLTIVAZIONE KILLER: se ce l’hai vicino casa, alla prima pioggia rischi di sprofondare | Controlla subito di non essere in pericolo
Allarme coltivazione killer-fonte-Pixabay-Anrita1705-Adginforma.it
Fai molta attenzione alla coltivazione killer se non vuoi correre rischi: scoperto il pericolo a pochi metri dalla porta di casa.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che da un solo seme potesse spuntar fuori qualcosa del genere.
Nuovo incubo sbloccato: la coltivazione killer che fa sprofondare intere abitazioni.
Scopri di che cosa si tratta e metti al riparo la tua casa. Evita le spiacevoli sorprese.
Solo chi controlla riesce a fermare in tempo la crescita della coltivazione killer e letale.
Coltivazione Killer, la pianta che può far crollare tutta la casa
Se hai il pollice verde di certo saprai che le piante sono uno spettacolo della natura ma che possono anche diventare un problema serio. Alcuni esemplari sono infestanti, come ad esempio il Bambù, l’Ailanto o il Lolium temulentum, nota come Zizzania, e crescono talmente tanto da danneggiare altre piante circostanti. In alcuni casi, estremi, diventa complicatissimo sradicarle e possono provocare perfino problemi di stabilità alle fondamenta degli edifici più datati, con le loro profonde radici. Ogni specie vegetale è a sua volta messa in pericolo da altri esseri viventi, come gli afidi, che contaminano le piantagioni. Lo sanno bene i contadini e gli agricoltori, che sono costretti a usare pesticidi per non compromettere il loro raccolto.
Questa volta però a essere in pericolo sembra proprio l’essere umano. Non stiamo parlando di piante carnivore ma delle conseguenze dannose, create da un comportamento messo in atto dall‘uomo stesso. Scopri di che cosa si tratta perché solo conoscere il problema potrà permetterti di intraprendere azioni concrete, capaci di arginarlo.
Sradica il pericolo prima che sia troppo tardi
Il rischio di cui parliamo è rappresentato dalla coltivazione intensiva di alberi di olivo, un business che si sta sviluppando, è il caso di dirlo, a macchia d’olio, in Portogallo. Come si legge tra le notizie pubblicate sul sito web della nota rivista Gambero Rosso, www.gamberorosso.it, questo tipo di coltivazione prevede fino a 2500 piante per ogni ettaro e non è affatto priva di conseguenze, perché incide profondamente sugli aspetti ambientali e anche demografici di tutto il territorio.
Per piantare così tanti olivi occorre fare tabula rasa di tutte le specie vegetali presenti sul terreno e di conseguenza viene compromesso l’equilibrio di piante e animali, interi habitat vengono distrutti e biodiversità annullata. Non è tutto. I fitofarmaci usati per poter coltivare gli olivi finiscono nelle acque contaminandole e rendendo il terreno arido. Quest’ultimo rischia poi di franare, specialmente nelle aree contraddistinte da periodi sempre più lunghi di siccità, come il Portogallo. Questo dimostra l’importanza di fare attenzione e di sensibilizzare tutta l’opinione pubblica sul tema dell’agricoltura sostenibile come mezzo per la tutela dell‘ecosistema e dell’uomo stesso.