€ 10.329 di multa se presti a tuo figlio i soldi per pagare l’affitto | Se ti scoprono la galera è assicurata
Bonifico bancario, multa (Canva) Adginforma.it
Prestare soldi a un figlio per pagare l’affitto può costarti caro: ecco la regola che pochi conoscono e che può rovinarti.
Hai mai pensato che aiutare economicamente tuo figlio possa metterti nei guai?
Un semplice bonifico per l’affitto può trasformarsi in un incubo fiscale.
In ballo non c’è solo una multa salatissima, ma anche il rischio di guai penali.
Ecco tutto quello che devi sapere per non cadere nella trappola del Fisco.
Prestiti in famiglia: un gesto d’amore che può costare caro
In tempi difficili, prestare una somma di denaro a un familiare sembra il gesto più naturale del mondo. Soprattutto quando si tratta di un figlio in difficoltà, pagare l’affitto o aiutare con le spese può apparire un atto dovuto. Eppure, dietro l’apparente semplicità di questo gesto, si nasconde un insospettabile pericolo fiscale.
Il problema non è il denaro in sé, ma il modo in cui viene trasferito e documentato. In assenza di un accordo scritto, l’Agenzia delle Entrate può considerare la somma come un reddito non dichiarato da parte di chi la riceve. Peggio ancora, chi presta senza dimostrarne la provenienza rischia l’accusa di evasione o attività finanziaria abusiva. In questi casi, la sanzione può superare i 10.000 euro e, in situazioni estreme, scattare addirittura il penale.
Come prestare soldi legalmente a figli e amici senza rischiare sanzioni
La legge non vieta i prestiti tra privati, neppure tra genitori e figli. L’articolo 1813 del Codice Civile regola questa pratica, che è perfettamente legale se occasionale e tracciabile. Non esiste un limite massimo per le somme, ma se superano i 5.000 euro devono sempre avvenire con strumenti trasparenti come bonifici o assegni. E soprattutto: mai in contanti. Per proteggersi da futuri problemi fiscali, è fondamentale mettere tutto nero su bianco. Basta una scrittura privata che riporti i dati delle parti coinvolte, l’importo, la natura del prestito (con o senza interessi) e le modalità di restituzione.
Ma attenzione: per avere validità legale certa, il documento deve avere data certa. Come? Spedendolo tramite raccomandata senza busta o inviandolo via PEC. Se il prestito è fruttifero, ossia comporta un guadagno in interessi, chi presta deve dichiararli come reddito. E chi presta abitualmente denaro, anche a titolo di favore, rischia di essere accusato di esercizio abusivo di attività finanziaria, reato punibile anche con la reclusione. In sintesi: aiutare sì, ma con le carte in regola. Perché a volte, la buona fede non basta a proteggerti dal Fisco.