Editoria e pubblicità: ecco le cifre della crisi
Tre miliardi di euro persi dal 2007 ad oggi in investimenti pubblicitari nel settore dell’editoria, con un calo del 22 per cento. Questa l’allarmante fotografia del mercato fornita da Roberto Binaghi, chief executive officier di Mindshare in Italia, intervenuto ad un convegno tenutosi a Fiuggi. Le prospettive conservano il segno meno anche per il prossimo futuro. Il 2012 si chiuderà con un meno 13 per cento. Binaghi ha parlato di recessione globale degli investimenti pubblicitari, che ha coinvolto la grande editoria ma anche la piccola che ha sempre comunicato attraverso la stampa locale. È ormai un anno che anche questa vive uno stato di sofferenza, che arriva anche ad un meno 15 per cento. Continua a crescere il mercato digitale, mentre la stampa ha perso intorno ai 18 punti. Il rischio sempre più concreto è che non si tratti più di una crisi momentanea o congiunturale, ma strutturale, e che si arrivi addirittura a una “stabilizzazione” che non riporterà ai valori del 2006/2007.
In questo contesto si inseriscono i dati del gruppo Mediaset i cui ricavi sono stati negativamente influenzati dalle forte contrazione degli investimenti pubblicitari sia in Italia sia in Spagna. In particolare la raccolta pubblicitaria complessiva di Publitalia ’80 e Digitalia ’08 ha raggiunto i 1.655,3 milioni di euro contro i 1.945,3 milioni di euro dei primi nove mesi del 2011, assestandosi su un decremento del 14,9 per cento.
In linea con il quadro tracciato da Binaghi anche i numeri di Rcs Media Group che ha registrato nei primi nove mesi dell’anno perdite per 380,5 milioni. In flessione del 7,8 per cento i ricavi pubblicitari derivanti dalla carta stampata, mentre la raccolta sui mezzi on-line cresce del 12,1 per cento.