Ennesimo crac per Matteo Berrettini. Fuori da New York e dalla Davis

The Hammer si ferma ancora. Berrettini fuori dagli US Open. Stavolta a tradire il romano è la caviglia destra che si impunta malamente sul cemento di Flushing Meadows. Proprio quando sembrava che il tennista azzurro avesse imbroccato la strada giusta per l’ennesimo recupero. Matteo cade rovinosamente nel match di 2° turno contro il francese Arthur Rinderknech mentre si gioca la seconda partita. Lascia il campo in lacrime. Una scena triste, anche per i tifosi. E per Filippo Volandri che, quasi certamente, non potrà schierarlo ai prossimi impegni di Davis.

Sfortuna, si dirà. Certo. Ma (e non lo scopriamo ora) il vero punto debole dell’ex allievo di Vincenzo Santopadre è proprio la sua struttura fisica. Una stazza di 95 Kg distribuita, forse in maniera non omogenea, su 196 cm di altezza. Dice bene, dunque, Nicola Pietrangeli quando parla di “due gambette” che sostengono non adeguatamente un tronco possente come quello di Matteo. Difficile dare torto al vecchio Nicky, specie se consideriamo il tipo di gioco che pratica il ragazzone capitolino. Servizio tra i più potenti del circuito e diritto a dir poco devastante. Due “fondamentali” che stressano, e non poco, la tenuta fisica del campione. Matteo Berrettini, non l’unico a patire tale peculiarità, si annovera di diritto nella categoria dei giganti fragili. Peraltro in compagnia di colleghi non proprio sconosciuti.

Come Juan Martin Del Potro che in fatto di infortuni non è secondo a nessuno. L’argentino, che gli US Open li ha vinti nel 2009, ha comunicato sui social “di non poterci essere quest’anno, ho ancora molto dolore”. Il beniamino argentino aveva già ufficializzato il ritiro lo scorso anno. Ma, aggiunge, ho pensato che quello di New York è un torneo speciale per me, ho fatto l’impossibile per tornarci. Chi invece si è congedato dal tennis in questa edizione di Flushing Meadows è stato l’altro gigante John Isner. Long John, nel suo ultimo match, si è arreso al suo connazionale Michael Mmoh dopo cinque tiratissimi set al secondo turno.

Reilly Opelka, per chiudere, a soli 26 anni rischia di mettere la parola fine alla sua carriera per un infortunio all’anca patito agli Open di Washington la scorsa estate. Il tennista barbuto, alto 2,11 metri, pesa 102 Kg. Come dire, alti, forti e potenti. Ma spesso delicati.

Pasquale Alfano

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