Economia

Giovanna Mezzogiorno e il body shaming nel mondo del cinema

Alla prossima Festa del Cinema di Roma (18-29 ottobre) sarà presentato il cortometraggio Unfitting alla cui regia debutterà Giovanna Mezzogiorno. In nove minuti la triste realtà di un più o meno velato fenomeno di body-shaming che ha preso piede ormai anche nel mondo della celluloide. L’attrice romana ne è stata vittima in prima persona. Lo ammette e se ne dice sconvolta la Mezzogiorno. Che in una intervista a Repubblica non nega che “nel cinema conta l’aspetto fisico”. So bene, continua, che a quarantott’anni non se ne possono dimostrare venti. Mi rattrista però la falsità di tanti colleghi e di registe che sembrava fossero da sempre schierate dalla parte delle donne.

Non è affatto così, ed è doloroso quando realizzi tutto ciò. Ma per fortuna sono ancora tante le persone che mi stimano e mi vogliono bene. La Mezzogiorno non è la prima né sarà l’ultima, nell’ambiente cinematografico, a soffrire tale disagio ma a lei si è presentata l’opportunità di denunciare quella che è una vera e propria discriminazione, quasi una forma di violenza. E lei non si è fatta pregare quando Silvia Grilli, direttrice di Grazia, le ha lanciato l’idea di passare al di là della macchina da presa. Insieme hanno scelto Carolina Crescentini per il ruolo dell’inadeguata (Unfitting, appunto). Nel ruolo di protagonista, la brava Crescentini, quasi cinquantenne, è costantemente derisa dopo due gravidanze. Quelli che le si accaniscono contro sono la regista Ambra Angiolini e Fabio Volo, nelle vesti di produttore. Ne parla male anche Marco Bonini nella parte dell’addetto stampa. Solo Massimiliano Caiazzo (quello di Mare Fuori) interpreta un giovane attore che sta dalla parte dell’attrice protagonista, che nel film si chiama proprio Giovanna. Moira Mazzantini, che nella vita è un’agente di spettacolo, lo è pure nel film. Titoli di coda affidati a un bel pezzo di Tiziano Ferro. Il corto è prodotto, oltre che dalla stessa Mezzogiorno, da Manuela Cacciamani per One More Pictures in collaborazione con Grazia e Bulgari.

La neo regista, ricordiamolo, è figlia d’arte. Vittorio Mezzogiorno, il papà, è stato un attore napoletano morto prematuramente a soli 52 anni. La mamma era l’attrice milanese Cecilia Sacchi. Al cinema esordisce nel ’97 ne “Il viaggio della sposa” di Sergio Rubini col quale si aggiudica il Premio Flaiano quale migliore attrice. Ma sono tante le pellicole di successo che si abbinano al nome dell’artista. Ricordiamo tra queste L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, La finestra di fronte di Ozpetek con cui vince il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Globo d’oro e ancora il Flaiano. Poi ancora, La bestia nel cuore di Cristina Comencini, Coppa Volpi nella 62° Mostra del Cinema di Venezia. Ha recitato con Bellocchio in Vincere. Con la Archibugi in Lezioni di volo e ancora con Ozpetek nel film Napoli velata.

Pasquale Alfano

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