Gli scienziati non hanno dubbi a riguardo, le SIGARETTE sono il rimedio: si va in controtendenza | Il fumo influenzerebbe le cellule patogene
La ricerca scientifica che ribalta le considerazioni sul fumo - adginforma.it (Foto pexels)
E se dopo le campagne contro il fumo ci dicessero che le sigarette potrebbero fare bene? L’ultima scoperta ha dell’incredibile.
Il fumo è considerato una delle principali cause di tumore e i dati statistici confermano che questa abitudine è una delle più dannose per la salute in generale.
Da anni, le campagne di prevenzione invitano i fumatori e i giovani che potrebbero essere indotti a fumare, ad evitare sia il fumo attivo che quello passivo. Quest’ultimo considerato pericoloso alla pari di quello attivo.
Nonostante le numerose informazioni sui danni permanenti e mortali del fumo, i fumatori continuano ad essere ancora molti: si stima che in Italia ce ne sia almeno uno su quattro, pari al 24% della popolazione.
Una ricerca scientifica, tuttavia, potrebbe completamente ribaltare il pensiero che negli anni si è diffuso su questa abitudine: secondo alcune ricerche, il fumo potrebbe risultare utile per la prevenzione di una malattia.
Fumo, i danni che causa sono tanti
Il fumo è universalmente considerato un pericolo mortale per molti, sia per coloro che lo praticano in maniera attiva sia per coloro che lo subiscono passivamente. Questa abitudine aumenta il rischio di infarto, ictus, aterosclerosi e altre malattie cardiache, incide negativamente anche sul sistema respiratorio ed è considerato tra le principali cause di problematiche respiratorie croniche come broncopneumopatia cronica ostruttiva, enfisema e bronchite cronica. Il fumo, inoltre, danneggia il sistema immunitario, potrebbe ridurre notevolmente l’infertilità e accelerare il processo di invecchiamento della pelle.
In considerazione di tutti questi aspetti, il fumo è da ritenersi uno dei pericoli più importanti per la nostra salute e per quella altrui. Sono numerose e frequenti le campagne di informazione che tendono a sensibilizzare la società sui gravi problemi che possono sorgere in chi è dipendente dalla nicotina e, negli ultimi anni, si contano in Italia sempre più persone che hanno smesso di fumare. I dati parlano del 17% della popolazione che ha smesso di fumare.
La ricerca scientifica che va controtendenza
Nonostante le numerose informazioni che certificano la nocività del fumo, uno studio condotto a Israele tende a ribaltare l’idea che si ha di questa abitudine. Alcuni scienziati hanno constatato un collegamento tra sigarette e sviluppo di malattie neurodegenerative come il Parkinson: i geni CHRNB5, CHRNB4 e CHRNB3, diventando dipendenti dalla nicotina, impediscono il progresso della malattia.
Lo studio è stato condotto su 677 pazienti e, secondo i dati emersi, il fumo ridurrebbe del 60% le probabilità di sviluppo della malattia. È da sottolineare, tuttavia, che indipendente da questa ricerca, il fumo resta una delle principali cause di morte nella maggior parte della popolazione mondiale.