Grazie alla LEGGE 104 il capo deve concederti un BONUS MALATTIA da € 7.800 | Lo dichiara la CASSAZIONE
Legge 104, assistenza disabili (canva) adginforma.it
Assisti un familiare disabile, potresti avere diritto a un risarcimento significativo. Ecco cosa devi sapere per ottenere il bonus malattia.
Esistono situazioni in cui un licenziamento può costare caro all’azienda, più di quanto si immagini.
Quando un dipendente assiste un familiare disabile, la legge impone cautele e tutele precise.
Non basta eliminare una mansione per giustificare un recesso: prima vanno esplorate tutte le alternative.
E se il datore non lo fa, il lavoratore può chiedere un risarcimento che può arrivare fino a 7.800 euro.
Quando una scelta aziendale diventa un errore (costoso)
La gestione del personale, soprattutto in contesti delicati, richiede attenzione, buon senso e rispetto delle norme. Un’azienda che decide di licenziare un lavoratore, infatti, non può farlo in modo arbitrario o sbrigativo, soprattutto se quel lavoratore beneficia delle tutele previste dalla Legge 104. In questi casi, il recesso deve rappresentare l’ultima risorsa, e solo dopo aver verificato seriamente ogni possibilità di ricollocamento interno, anche in mansioni diverse o con orari compatibili alle esigenze di assistenza.
Non basta dichiarare che il ruolo è stato soppresso. Serve dimostrare, con atti concreti, che non esisteva alcuna alternativa. E se il dipendente si dimostra disponibile al cambiamento, a nuove mansioni o a una riorganizzazione, ignorare questa apertura può trasformarsi in un errore giuridico. E questo errore può costare molto caro.
Se vieni licenziato per assumere un altro, hai diritto al bonus malattia
Quando un dipendente viene allontanato per “ragioni organizzative” e nel frattempo vengono assunti nuovi lavoratori, qualcosa non torna. Se il lavoratore licenziato assiste un familiare disabile e beneficia dei permessi garantiti dalla Legge 104, le tutele si rafforzano. In questi casi, non solo il licenziamento può risultare illegittimo, ma può anche dare diritto a un risarcimento fino a 7.800 euro. Questo accade, ad esempio, quando il datore di lavoro ignora l’obbligo di cercare una posizione alternativa o propone un incarico incompatibile con i vincoli familiari, senza tenere conto della disponibilità del lavoratore a collaborare.
Il diritto al risarcimento nasce non solo dalla violazione delle norme contrattuali, ma anche dal mancato rispetto dei principi di buona fede, correttezza e solidarietà sociale. Questi principi assumono un valore ancora più forte quando in gioco c’è l’assistenza a un coniuge con disabilità. Chi si trova in questa condizione, quindi, può e deve far valere i propri diritti. Anche perché, alla fine, non è solo una questione legale: è una questione di dignità. A stabilire questo è una sentenza di Cassazione che ha creato un precedente importante. Grazie a questo è ora possibile avere un giusto riconoscimento.