Intercettazioni, il 14 luglio giornalisti in silenzio

Intercettazioni, il 14 luglio giornalisti in silenzio

La tensione sale nel mondo dell’informazione e della giustizia, mentre il Senato italiano si prepara a discutere il controverso Disegno di legge (Ddl) sulle intercettazioni, noto come “Ddl Alfano”. A fronte di un dibattito che coinvolge direttamente la libertà di stampa e il diritto all’informazione, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) ha indetto una storica giornata di protesta, destinata a lasciare un segno profondo nel panorama mediatico del Paese.

Il 14 luglio è stato proclamato come il “Giorno del silenzio stampa”. In questa giornata, le testate giornalistiche italiane interromperanno le loro attività per esprimere il loro dissenso nei confronti del Ddl intercettazioni, che viene visto come una minaccia alla libertà di informazione. La decisione è stata presa durante una riunione del Consiglio Nazionale della Stampa Italiana, tenutasi presso la Corte d’Appello di Roma, alla presenza di magistrati e giornalisti. Con un solo voto contrario e due astensioni, la proposta di sciopero avanzata dal segretario generale della FNSI, Franco Siddi, è stata approvata.

L’azione di protesta sarà preceduta, il 13 luglio, da un blocco totale delle attività nella carta stampata, un’iniziativa che sottolinea la gravità della situazione. Il mondo del giornalismo si unisce così compatto nella lotta contro un provvedimento che, secondo molti, limiterebbe drasticamente la possibilità di fare inchieste e di garantire una trasparenza effettiva su questioni di interesse pubblico.

Il Ddl Alfano prevede infatti restrizioni significative all’utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura e, di conseguenza, alla diffusione delle stesse da parte della stampa. Se da una parte il governo sostiene che la misura sia necessaria per proteggere la privacy dei cittadini, dall’altra giornalisti e magistrati denunciano il rischio di imbavagliare l’informazione e ostacolare la giustizia.

La decisione di unire le forze tra magistrati e cronisti è un segnale potente: entrambe le categorie vedono in questo disegno di legge una minaccia non solo al loro lavoro, ma anche ai diritti fondamentali della democrazia italiana. “Non si tratta solo di una questione professionale, ma di una battaglia per il diritto di tutti i cittadini ad essere informati”, ha dichiarato Siddi, ribadendo l’importanza della protesta.

La giornata del silenzio stampa, accompagnata dal blocco della carta stampata, rappresenta una risposta forte e coesa, che difficilmente passerà inosservata. La speranza è che questa mobilitazione riesca a sensibilizzare l’opinione pubblica e a indurre una riflessione più profonda sul futuro dell’informazione in Italia, in un momento storico in cui la libertà di stampa appare sempre più sotto attacco.