Mercoledì 14 ottobre 1964. Al Camp Nou di Barcellona l’arbitro procede al sorteggio per sancire il passaggio agli ottavi di Coppa dei Campioni, oggi Uefa Champions League, tra Bologna e Anderlecht. Succede una cosa incredibile. La monetina, all’epoca ancora più crudele degli attuali calci di rigore, si pianta in verticale, complice il terreno fangoso. Secondo lancio. Tensione alle stelle. L’aquila su una faccia, Francisco Franco sull’altra. Il rapace avrebbe promosso i rossoblu. Esce invece il volto del Generalissimo che spiana la strada ai belgi e manda a casa l’undici di Fulvio Bernardini. Delusione cocente per lo squadrone che tremare il mondo fa, come cantava la curva negli anni di gloria.
Quello di oggi forse non fa tremare, ma è un Bologna di tutto rispetto che si è fatto onore e ha messo in apprensione persino gli squadroni ricchi soffiando loro l’ambita piazza che gli consente di tornare ai massimi livelli continentali. Consapevole peraltro che nessuna moneta potrà tradirlo ancora, (l’antica formula dell’eliminazione diretta tramonta nel 1991 quando la UEFA conia l’attuale fase a gironi). Mancano due giornate alla fine del campionato. E per ora la squadra felsinea è terza in classifica. Potrebbe chiudere anche quarta, finanche quinta, visto il ranking delle italiane.
In Champions ci andrebbe lo stesso. Anzi ci è già andata. Lo ha sentenziato l’aritmetica. Dopo la trasferta vittoriosa al Maradona di sabato si attendeva l’esito del posticipo di Bergamo. Quando è giunta la notizia che l’Atalanta aveva sconfitto la Roma, Piazza Maggiore è divenuta il centro del mondo. Tifosi festanti, un sogno che si realizza. Finalmente. La cavalcata di quest’anno, incredibile e meritata insieme, può significare l’inizio di una nuova era. Bologna è una piazza competente che sa apprezzare il calcio. Il club è stato ben sette volte campione d’Italia.
L’ultimo tricolore lo conquista proprio nel 1964 con un epilogo che è rimasto unico nella storia del calcio italiano. Con l’Inter del mago Herrera, i rossoblu disputano lo spareggio per il titolo, all’Olimpico di Roma. Hanno la meglio col risultato secco di 2-0. Segnano Fogli e Nielsen. I festeggiamenti saranno composti, per la scomparsa, pochi giorni prima, del mitico Presidente Renato Dall’Ara. Sono state diverse le componenti che hanno determinato il successo quest’anno. Prima fra tutte il tecnico.
Motta si è rivelato, forse già lo era, un ottimo allenatore che sa esprimere un calcio moderno, bello a vedersi. Poi ci sono Joey Saputo e Claudio Fenucci. Il presidente, intervenuto in collegamento nella piazza in festa, con l’amministratore delegato hanno costruito insieme, per un decennio, questo che sembra davvero un bel giocattolo. In una intervista Fenucci, visibilmente emozionato per il traguardo raggiunto, quasi promette di voler trattenere il mister, già dato partente, destinazione Juve, con molte probabilità. Anzi, aggiunge, per il lavoro svolto, li vorrei trattenere tutti, sono stati meravigliosi. Intanto ultime voci di corridoio darebbero quasi per certo l’arrivo sulla panchina bolognese di Maurizio Sarri. Naturalmente se Thiago Motta non rinnovasse.
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