La Meloni introduce la nuova TASSA CITTÀ PULITA, si dovranno pagare € 360 se si rientra in questa lista | La popolazione è in disaccordo

Tassa da pagare

Tassa da pagare (Canva) adginforma.it

Una nuova tassa potrebbe colpire milioni di italiani: chi possiede un cane dovrà prepararsi a pagare, e non poco.

C’è una voce che si fa largo tra le chiacchiere da bar, i post sui social e le indiscrezioni di corridoio. Riguarda una possibile tassa, ma non su case o automobili.

Questa volta il bersaglio sarebbero le persone che non rispettano la pulizia della città.

L’ipotesi ha fatto infuriare tanti e ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi parla di misura necessaria e chi grida allo scandalo.

In un Paese dove milioni di famiglie considerano il cane parte della famiglia, tassare il legame affettivo appare come un passo pericoloso.

Basta con la sporcizia abbandonata ovunque, se lo fai paghi la multa

Ma da dove nasce davvero questa idea? E chi potrebbe pagare il conto? Tutto quello che devi sapere.
Una città pulita è un diritto di tutti, non un privilegio. Strade, marciapiedi e parchi devono essere mantenuti in condizioni igieniche e decorose, non solo per un fatto estetico, ma per la salute e la sicurezza dei cittadini. Camminare in mezzo a rifiuti, escrementi o mozziconi di sigaretta non è solo sgradevole, è anche pericoloso.

Lo è ancora di più per i bambini, che potrebbero toccare oggetti contaminati, o per chi si muove in sedia a rotelle: le ruote che passano su sporcizia e liquami portano subito quei residui sulle mani. La mancanza di pulizia compromette l’accessibilità e il decoro urbano. Serve un impegno serio da parte delle amministrazioni: più controlli, più pulizia, più civiltà. Educare al rispetto degli spazi pubblici e dotare la città di servizi adeguati è il primo passo per garantire un ambiente sano e inclusivo, davvero a misura di cittadini.

Cane felice corre nel prato
Cane felice corre nel prato (canva) Adginforma.it

Tassa città pulita: di cosa si tratta e chi deve pagarla

Non è la prima volta che si parla di tassare i proprietari di cani. In Italia una tassa del genere è già esistita: introdotta nel 1918 e obbligatoria a livello nazionale dal 1931, fu poi eliminata nel 1991. La sua abolizione fu accolta come un segnale di civiltà: prendersi cura di un cane non dovrebbe essere un lusso, ma un gesto da sostenere. Eppure, oggi, l’argomento torna in auge, rilanciato prima sui social e ora anche nei dibattiti istituzionali.

Secondo le ipotesi circolate, il contributo proposto ammonterebbe a 30 euro mensili per ogni cane posseduto, senza distinzioni di razza o taglia. Una cifra apparentemente modesta ma che, moltiplicata per dodici mesi e per più animali, diventerebbe significativa per molte famiglie. Le motivazioni? I Comuni lamentano costi crescenti per la manutenzione di aree verdi, la pulizia delle strade e la gestione dei canili. Insomma, i cani rappresenterebbero un onere per le amministrazioni locali, da compensare con una nuova imposta.