Lo schiaffo del Mancio, quasi un “vaffa”. Si dimette il CT azzurro, incurante dei prossimi impegni.

Il divorzio che non t’aspetti. L’addio di Roberto Mancini alla Nazionale Italiana di calcio coglie tutti di sorpresa. Una semplice PEC dell’altra sera pone fine ad un sodalizio durato poco più di cinque anni. Un lustro in chiaroscuro trascorso tra gioie (la vittoria dell’Europeo 2021) e delusioni (la mancata qualificazione ai Mondiali del Qatar). Accade tutto a ciel sereno, nel bel mezzo dell’estate, quando a tenere banco, di solito, sono i trasferimenti dei calciatori. E soprattutto, cosa ancora più inspiegabile, nell’immediata vigilia di due match (Macedonia ed Ucraina) che sono già fondamentali per disputare la fase finale degli Europei di Germania il prossimo anno. È per questo che, spiace dirlo, la mossa del tecnico marchigiano appare quantomeno inopportuna, forse finanche irrispettosa nei confronti della Federazione e verso i tifosi.

Un’autorete piuttosto goffa, insomma. Ed è davvero difficile percepire i motivi di questo increscioso e improvviso voltafaccia. “Ragioni personali” si è limitato a dichiarare il mister. Tra le tante, l’ipotesi più accreditata pare possa essere un verosimile interessamento da parte della Federazione Araba che lo vorrebbe da subito alla guida della Nazionale degli sceicchi. Il “compenso” moltiplicherebbe per dieci quello offerto dal presidente della FIGC Gabriele Gravina. Proprio da Gravina, era il 4 agosto scorso, arrivava per il tecnico anche la nomina di supervisore delle due Nazionali minori. Di nomine però ce n’erano altre. Tante da provocare un avvicendamento quasi totale dello staff tecnico.

Tra i nomi nuovi qualcuno pare sia rimasto indigesto al Commissario Tecnico. La nomina di Gigi Buffon, per esempio, a capo delegazione dell’Italia con tutta probabilità ha fatto saltare il banco. C’era stato pure il siluramento del fido Chicco Evani ad alimentare i mal di pancia. Perfino Bonucci, si era detto, avrebbe potuto far parte della nuova squadra tecnica azzurra. Specie dopo la rottura tra il difensore e la Juventus che ha preferito tenerlo fuori rosa. Per fortuna è stato lo stesso calciatore a smentire l’ipotesi fatta, con una dichiarazione social piuttosto risentita: “Basta a fare sempre il mio nome”. Il mistero sulle improvvise dimissioni, dunque, rimane.

Una cosa è lecito affermare. Se la decisione dipendesse esclusivamente dai maxi ingaggi d’Oriente, beh l’immagine del Mancio nazionale, da sempre “innamorato del bel gioco” ne uscirebbe fortemente ridimensionata. Molto meglio sarebbe un “vaffa” di orgoglio. E ora, coi tempi che sono strettissimi, la Federazione è già corsa ai ripari. I nomi più accreditati per la panchina azzurra sono quelli di Luciano Spalletti e Antonio Conte. Ma il tecnico neo campione d’Italia sembra nettamente favorito sull’ex Tottenham. Cosicché, tempo 48 ore, l’ex condottiero del Napoli potrebbe cercar fortuna in quel di Coverciano, a due passi da casa. In bocca al lupo allora, mister.

Pasquale Alfano

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