MAXI TASSA se hai il conto alle Poste, ti sfilano € 12.000 senza che nemmeno te ne accorgi

Ufficio postale

Ufficio postale (Canva) Adginforma.it

Una cifra enorme è sparita da un conto postale, maxi tassa? Ecco come è successo e cosa rischiano i più vulnerabili.

Non si tratta di phishing, né di una truffa online: qui i soldi sono spariti da uno sportello fisico.

Una somma messa da parte con fatica, euro dopo euro, scomparsa nel nulla senza alcun prelievo autorizzato.

A fare tutto è stato chi doveva garantire sicurezza e assistenza, con divisa e badge ufficiale.

E per accorgersene, è bastato un tentativo di prelievo da pochi spicci: il conto era stato già prosciugato. Ecco cosa è successo.

Quando la fiducia diventa il vero punto debole

Le Poste, per molti italiani, non sono solo un luogo dove pagare bollette o spedire pacchi. Sono uno spazio di fiducia, soprattutto per chi ha meno dimestichezza con banche, app e servizi digitali. Un libretto postale, in certi casi, è l’unico salvadanaio, spesso l’unica ancora. È lì che finiscono i risparmi di una vita, piccoli aiuti statali, pensioni, sussidi. È lì che si accumulano, lentamente, centesimo su centesimo. E chi si affida a uno sportello lo fa perché si fida, perché ha un volto conosciuto dall’altra parte del vetro.

Ma cosa succede quando proprio quella persona, quella di cui ti fidi, approfitta del tuo limite e si prende tutto? Non è una frode da remoto, non c’entrano hacker né virus. Qui c’è di mezzo una penna, una firma falsa e una serie di prelievi “di nascosto”, autorizzati da una presenza fisica. Una presenza che, invece di proteggere, ha svuotato.

Manette sul tavolo
Manette sul tavolo (Canva) Adginforma.it

12.000 euro spariti dal libretto di un clochard cieco: la truffa shock

È successo a Roma, ma potrebbe succedere ovunque. Un senzatetto ipovedente si è accorto che il suo libretto postale era stato svuotato, e non da una truffa via web. A farlo è stato un dipendente allo sportello, colui che da anni gestiva le sue pratiche con apparente cortesia. L’uomo, oggi condannato a tre anni di carcere, ha falsificato firme, sfruttato la sua posizione e sottratto in sei tranche oltre 12.000 euro. I prelievi, sempre dalla stessa postazione, sono stati mascherati e autorizzati utilizzando una firma falsa, approfittando del fatto che la vittima, a causa della disabilità visiva, aveva lasciato il libretto in custodia all’ufficio postale.

L’ufficio Frodi di Poste Italiane ha collaborato con i magistrati e segnalato le anomalie, contribuendo a far emergere il raggiro. L’azienda si è dichiarata parte lesa, sottolineando di aver avviato le verifiche interne già dai primi sospetti. Il caso ha sollevato una questione urgente: chi protegge davvero i più fragili, quando la minaccia arriva dall’interno? Un modulo o una password non bastano. Serve una rete che non lasci solo chi, ancora oggi, affida la propria vita a uno sportello.