Orcolat: oggi alle 21 minuto di silenzio in ricordo delle vittime del sisma in Friuli

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Il Friuli ricorda il terremoto del 1976 - adginforma.it - 20250506 (Foto Instagram pd_gruppo_fvg)

Ricorre oggi l’anniversario del terremoto che colpì il Friuli il 6 maggio del 1976: la data che ha segnato la storia dell’intera popolazione.

Il 6 maggio è una data che tutti i friulani ricordano perché ha segnato un momento fondamentale della storia e della memoria di tutta la popolazione.

Era il 1976, quando il Friuli venne colpito da una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 della scala Richter: quel giorno venne completamente devastata tutta la fascia collinare a nord di Udine.

Oltre al capoluogo della regione, vennero tragicamente colpiti anche i comuni di Gemona, Venzone, Osoppo, Majano insieme ad un’altra decina di città. Si stimarono per quel terremoto quasi mille vittime, tremila feriti e un centinaio di paesi danneggiati tra Udine e Pordenone.

Furono la solidarietà delle altre regioni e l’iniziativa del commissario straordinario Giuseppe Zamberletti a permettere la rinascita del Friuli, che oggi ricorda alle 21 con un minuto di silenzio la tragedia di 49 anni fa.

L’Orcolat del Friuli: il 49esimo anniversario della strage

Alle ore 21 del 6 maggio 1976, il Friuli venne completamente stravolto da un terremoto che devastò un’intera regione. I friulani lo hanno denominato Orcolat, un nome che si rifà alla leggenda dell’Orcolat – “oraccio” nel gergo della regione – un mostro che, secondo le leggende, vive in una grotta ai piedi del monte San Simeone, vicino a Bordano, e che causa terremoti ad ogni movimento. A quel primo, grave, movimento sismico ne seguirono altri due: l’11 e il 15 settembre delle stesso anno.

L’Orcolat provocò mille morti e tremila feriti, 77 comuni danneggiati tra Pordenone e Udine, interessando un bacino di circa 60.000 abitanti. La sola città di Gemona, ad esempio, contò 400 morti, e la scossa fu avvertita in tutta l’Italia settentrionale e in parte della Slovenia. Oltre alle vittime, si contarono 45 mila senzatetto e gravi danni al patrimonio edilizio e all’economia della regione, che oggi ricorda il 49esimo anniversario del terremoto del 1976 con un minuto di silenzio alle 21.

 

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Il “modello Friuli”

Il Friuli non dimentica quella tragedia che mise in ginocchio un’intera popolazione che, rimboccandosi le maniche e grazie alla solidarietà di altre regioni, riuscì a rimettersi in piedi in breve tempo. Da qui deriva il termine “modello Friuli“, che fa riferimento al processo di ricostruzione avviato dopo il terremoto del ’76 e che è caratterizzato dalla forte partecipazione della popolazione e delle istituzioni locali, e da un approccio decentrato dove la decisione è presa dal popolo e viene messa in atto dalle autorità competenti.

In ricordo di quell’evento, è stata organizzata a Venzone, epicentro simbolico del terremoto, una mostra intitolata “Passato/Presente”, che raccoglie voci, immagini e testimonianze di ieri e di oggi per creare un ponte tra vecchie e nuove generazioni. La chiesa di San Michele a Vendoglio, invece, ha organizzato una Santa Messa alle ore 20 dedicata alle vittime e ai sopravvissuti di quella notte.