PATENTE: la tua tiroide ti lascia a piedi, al posto di blocco, senza certificato, ti tolgono l’idoneità | Se non ce l’hai, prenota subito la visita
Uomo preoccupato per ritiro patente (Canva) Adginforma.it
A volte non è una multa a toglierti la patente, ma qualcosa che ti porti dentro e non sai nemmeno di avere.
Una visita medica di routine può trasformarsi in qualcosa di inaspettato, quando il dottore ti guarda un secondo di troppo.
Ti senti bene, guidi da una vita, ma all’improvviso arriva una lettera che cambia tutto.
Non hai commesso infrazioni, eppure sei fuori gioco, fermo, come se il tuo corpo avesse preso una decisione per te.
E ti chiedi come sia possibile perdere la patente senza nemmeno essere salito in macchina. Eppure può accadere, ecco perché.
Guidare è un atto di fiducia, anche con se stessi
C’è qualcosa di invisibile che accompagna ogni guidatore sulla strada. Non parliamo di norme o di attenzione, ma di un equilibrio più sottile: quello tra il corpo, la mente e il veicolo che si conduce. Ogni volta che accendiamo l’auto, ci affidiamo a una serie di automatismi fisici e cognitivi che diamo per scontati: riflessi, lucidità, coordinazione. Ma cosa succede quando questi meccanismi iniziano a vacillare, senza che nemmeno ce ne accorgiamo?
Negli ultimi anni, la normativa italiana ha intensificato i controlli medici legati al rilascio e al rinnovo della patente. Non si tratta di semplice burocrazia: l’obiettivo è prevenire, proteggere, prevedere. E talvolta, fermare. Sì, perché in certi casi il problema non è la velocità, il cellulare o l’alcol. Il problema è dentro. Ed è silenzioso. Ci sono patologie che, anche se invisibili o asintomatiche nelle fasi iniziali, possono compromettere seriamente la sicurezza alla guida. Ma quali sono esattamente? E cosa succede quando è il nostro stesso corpo a metterci in pausa?
Non solo infrazioni: quando la salute toglie le chiavi
Ovviamente non si tratta di un semplice problema alla tiroide. Ci sono condizioni mediche che, per legge, possono portare alla sospensione o persino alla revoca della patente. Tra queste ci sono patologie endocrine gravi, ma anche malattie del sangue, neurologiche o psichiatriche in fase attiva. Non basta dire “mi sento bene”: se una commissione medica accerta che la capacità di guida è compromessa, la patente viene ritirata.
È il caso, ad esempio, di chi soffre di gravi disturbi cognitivi, psicosi, sclerosi multipla o insufficienza renale avanzata. Anche la perdita di vista o udito, se non correggibile, può bastare. In certi casi la sospensione è temporanea, come dopo un’operazione di cataratta; in altri, è definitiva. E non si torna indietro. Esistono però eccezioni: per alcune patologie croniche, come il diabete o l’epilessia, è possibile ottenere una patente speciale, rilasciata dopo accertamenti più severi. Il principio guida è sempre lo stesso: garantire che ogni persona al volante sia davvero in grado di esserci, lì, con corpo e mente. Perché guidare non è solo una libertà. È una responsabilità.