Sanità al collasso, “maltrattati e mal pagati”: la più importante tra le figure sanitarie sta sparendo | Curarsi è ormai impossibile
Ospedale, sanità in crisi (canva) adginforma.it
Sanità italiana in crisi, sono migliaia i professionisti che mancano e presto il numero sarà ancora più alto, bisogna correre ai ripari.
Ogni giorno, in silenzio, migliaia di professionisti si prendono cura di malati, anziani, feriti.
Entrano nelle stanze d’ospedale quando tutti dormono, sostengono chi ha paura, ascoltano chi non ha più voce. Ma qualcosa sta per cambiare.
Un’onda lunga si prepara a travolgere il sistema sanitario italiano. Non subito, ma presto. Un conto alla rovescia silenzioso, fatto di numeri, pensionamenti e scelte difficili.
Perché dietro ogni professionista in meno, c’è un posto letto in più che resterà scoperto. Di cosa si tratta?
Il lavoro c’è, ma nessuno vuole fare questa professione
Lo chiamano un mestiere di vocazione, ma oggi sembra più una sfida di resistenza. L’infermiere italiano guadagna meno di un operaio specializzato, ha scarse prospettive di carriera e, nonostante lauree e master, raramente vede riconosciute le proprie competenze. Eppure il lavoro non manca: l’inserimento è praticamente garantito, tanto che le strutture iniziano ad assumere già durante l’università.
Ma allora perché i giovani lo rifiutano? Perché preferiscono partire, o scegliere altre strade? Il problema non è la fatica: è l’assenza di futuro, almeno qui. Stipendi troppo bassi rispetto all’impegno e alle ore di lavoro? Questa può essere un’ottima motivazione per scegliere di seguire altre strade in campo lavorativo o espatriare verso mete in cui la professione viene pagata meglio. Qualunque sia la causa, resta il rischio di una forte carenza di una delle professioni più importanti nelle strutture sanitarie.
Una crisi silenziosa che esploderà presto
Nessuno ne parla a voce alta, ma chi conosce i numeri sa che il conto alla rovescia è già iniziato. In zona Bergamasca ci sono 7.063 infermieri, ma entro il 2030 almeno 900 di loro andranno in pensione. E a oggi, non ci sono abbastanza forze nuove per sostituirli. Le strutture territoriali e le Rsa sono già in sofferenza, e presto toccherà anche agli ospedali. «Dopo il Covid, avverte Gianluca Solitro, presidente dell’Ordine, il sistema ha bruciato tutte le riserve». Le assunzioni straordinarie, le risorse del Pnrr, l’ondata di concorsi hanno solo tamponato il vuoto.
Ma ora arriva la gobba pensionistica: una generazione intera lascerà il campo, senza passare il testimone. Intanto si cercano rinforzi all’estero, dall’Argentina all’India, ma anche questi numeri sono incerti e difficili da integrare. E il paradosso è servito: mentre qualcuno parte per la Svizzera in cerca di riconoscimento, qui si cerca chi possa semplicemente restare.