TERREMOTO 7.3, il rischio arriva dal mare, un’onda anomala potrebbe sommergere l’intero Paese

Allarme tsunami - Adginforma.it

Allarme tsunami - Adginforma.it (Fonte Pixabay)

Le Autorità hanno emesso un’allarmante allerta: l’epicentro del sisma è a soli 87 chilometri dalla costa, e si prevede l’arrivo di uno tsunami.

Senza dubbio, il fenomeno degli tsunami rientra tra le calamità più spaventose che la Natura è in grado di infliggere all’uomo e, più in generale, a tutte le creature viventi.

Immagina il mare che si ritira, come se stesse respirando profondamente, lasciando i pesci dimenarsi sulla sabbia. Poi, un ruggito, un boato sordo che precede l’avvento di un’onda alta come un grattacielo diretta verso la costa, travolgendo tutto ciò che incontra.

È questo lo tsunami, un fenomeno tanto affascinante quanto distruttivo, e potenzialmente letale. Esso nasce da un movimento improvviso del fondale marino – quindi in concomitanza di terremoti, eruzioni vulcaniche o frane – ed è in grado di originare onde che viaggiano fino a 800 km/h.

Uno scenario decisamente terrificante, specialmente per Paesi in gran parte costieri, come l’Italia. Ecco quali sarebbero le conseguenze di un terremoto di magnitudo 7.3 al largo dei litorali nazionali: tale, infatti, è la portata del sisma registrato nelle ultime ore.

Tsunami in Italia: cosa aspettarsi

Storicamente, le coste più colpite in Italia sono le Regioni del Sud e le isole, in particolare la Calabria, la Sicilia orientale e la Campania. Il disastro del 1908 a Messina, con un terremoto di magnitudo 7.1 e uno tsunami che travolse decine di migliaia di vittime, è infatti un monito scolpito nella memoria collettiva.

Se oggi si verificasse un terremoto di 7.3 a pochi chilometri dai litorali italiani, magari nel Tirreno e nello Ionio, le conseguenze si rivelerebbero oltremodo drammatiche: esso potrebbe generare onde alte fino a 10 metri che inonderebbero città come Catania, Napoli o Livorno in pochi minuti. Case, porti e infrastrutture verrebbero spazzati via come foglie, con danni economici miliardari e un bilancio di perdite umane decisamente tragico. E non ci sono alert che tengano: i sistemi di allarme, come il CAT-INGV, potrebbero regalare un preavviso di circa 10-20 minuti, un lasso di tempo incompatibile con un’evacuazione sicura, scorrevole e organizzata. In sostanza, vigerebbe il vecchio adagio “si salvi chi può“.

Effetto di uno tsunami - Adginforma.it
Effetto di uno tsunami – Adginforma.it (Fonte Pixabay)

Registrato un terremoto di 7.3 al largo della costa

L’allerta più recente riguarda un terremoto di magnitudo 7.3 verificatosi ieri, mercoledì 16 luglio, a circa 87 chilometro da Sand Point, nelle Isole Aleutine, in Alaska.

Il sisma si è formato a una profondità di 20 chilometri, scatenando in seguito uno tsunami lungo la costa meridionale dello Stato. La vicinanza dell’epicentro alle città di Kodiak, Cold Bay e Unalaska ha fatto tremare i rispettivi abitanti, che si sono affrettati a seguire le linee guida delle Autorità, che li hanno invitati a rifugiarsi in zone più interne ed elevate. Fortunatamente, non è stata segnalata alcuna vittima, né danni rilevanti alle strutture costiere, ma l’attenzione dei sismologi resta concentrata sull’area.