Tsunami: che cos’è, come si forma e quali paesi sono più a rischio
Maremoto (pexels) - adginforma.it
I maremoti sono uno di quei fenomeni naturali che gela il sangue nelle vene. Conoscerli meglio potrebbe servire.
Le onde anomale, conosciute anche con la parola giapponese tsunami che vuol dire maremoto, sono un fenomeno naturale che indica un moto ondoso fuori dall’ordinario.
Gli tsunami possono essere generati da diversi fattori, come i terremoti, le frane, le eruzioni vulcaniche o a seguito di uno schianto di un meteorite.
Ci sono cause più o meno frequenti ma sono queste quelle principali. La differenza tra un’onda marina ordinaria e un’onda anomala risiede sia nell’origine che nella struttura.
Un’onda marina comune è formata dal vento e coinvolge solo la parte superficiale del mare. Un’onda anomala, invece, può essere causata dai fenomeni sopracitati e coinvolge un’intera colonna d’acqua. Inoltre, lo tsunami può essere composto sia da una singola onda che da più onde che si susseguono.
Formazione dello tsunami
Secondo quanto si legge sul sito geopop.it, la formazione di uno tsunami deriva dallo spostamento di un’imponente quantità di roccia. Nel dettaglio, questi spostamenti possono accadere con i terremoti sottomarini (spostamento del fondale), le frane (parti di montagna che si riversano in mare), le eruzioni vulcaniche sottomarine (violenta fuoriuscita di magma dal condotto vulcanico) e la caduta di meteoriti in mare.
Il metodo più comune che ha generato circa l’80% degli tsunami è l’attivazione di una faglia. Accade quando sezioni di crosta terrestre si spezzano formando delle faglie anche di centinaia di chilometri. Le faglie si muovono velocemente e il fondale marino si ritrova con una specie di scalino che spinge la colonna d’acqua verso l’alto o il basso. Un’altra causa possibile di onda anomala è una frana, ovvero quando un pezzo di una montagna si stacca e finisce in mare. Più grandi sono i massi e più le onde generate dalla loro caduta sono alte.
Paesi più a rischio tsunami
Stando a quanto è riportato sul sito geopop.it, uno tsunami si forma anche a seguito di un’eruzione vulcanica sottomarina. In questi casi, violente fuoriuscite di materiale vulcanico e di gas possono spostare una quantità d’acqua tale da generare un maremoto. La causa meno frequente di tutte è la formazione di uno tsunami a seguito della caduta di un meteorite. Il meccanismo è simile a quello di una frana, solo che l’impatto della roccia sulla Terra è maggiore e, quindi, anche lo tsunami che ne consegue è molto più disastroso.
L’onda anomala più alta di tutte si è verificata in Alaska nel 1958, probabilmente alta circa 500 metri. Tuttavia, lo tsunami ha colpito una zona disabitata ed ha causato solo due vittime che si trovavano lì vicino in barca. Nel 2004, a nord ovest delle coste dell’Indonesia, si è verificato un terremoto di magnitudo 9.3 che ha causato uno degli tsunami più distruttivi di sempre. Un’onda di circa 14 metri di altezza ha ucciso 230.000 persone, con migliaia di dispersi che ancora oggi non sono stati ritrovati. Nel 2011, lo tsunami del Tōhoku (in Giappone) è stato alto più di 10 metri e ha colpito quasi 400 km di costa. Anche questo è stato causato da un forte terremoto con magnitudo pari a 9.1.