Turisti in Puglia, la verità amara dietro a un piatto di orecchiette: il maxi sequestro svela la truffa ai danni dei turisti
Orecchiette con le cime di rapa - Adginforma.it (Fonte Pexels)
Sequestrati 151 chili di specialità gastronomiche locali: scatta la protesta degli ambulanti e della pastaie di Bari. L’assessore alla Vivibilità urbana: “L’autorizzazione non c’era”.
Il periodo della vacanze estive si sta esaurendo anche quest’anno, eppure non mancano le ultime polemiche: dopo le tariffe stellari registrate in molti stabilimenti balneari, ora si parla di contraffazione di alcune specialità gastronomiche della tradizione culinaria pugliese.
Tra queste, vi sono i fragranti taralli, classici o aromatizzati al peperoncino e al rosmarino, i pomodori secchi, spesso utilizzati come condimento oppure antipasto, la soffice focaccia barese, il pasticciotto e, ovviamente, le tipiche orecchiette.
Il caso più recente si concentra sulla vendita al dettaglio delle orecchiette presso le bancarelle di Bari vecchia: il 19 agosto, in particolare in via Arco Basso – nota anche come “strada delle orecchiette” – la Polizia annonaria e i Carabinieri hanno sequestrato circa 151 chili di prodotti gastronomici.
Non solo pasta fresca: nel mirino della Forze dell’Ordine sono finiti anche taralli dolci e salati, pomodori secchi e altri formati di pasta tipica del territorio. L’operazione si è svolta nel pomeriggio, con l’intervento di una ventina di agenti in borghese e le vivaci proteste della pastaie baresi, che in seguito sono state ricevute a Palazzo di Città.
Le motivazioni del sequestro
Secondo quanto si apprende dal sito dell’Ansa, i prodotti esposti sulle bancarelle erano venduti senza autorizzazioni, in violazione al Codice del Commercio della Regione Puglia, nonché dell’articolo 20 del Codice della Strada, che proibisce l’occupazione abusiva di suolo pubblico.
Inoltre, c’è il sospetto che le orecchiette, vendute prevalentemente ai turisti, fossero di origine industriale ma spacciate per artigianali, e tale eventualità ha alimentato l’inchiesta della Procura di Bari per truffa, precedentemente avviata nel 2024. Tre commercianti sono stati multati per commercio abusivo e occupazione di suolo pubblico; sono inoltre stati sequestrati tre banchi, un carrello e alcune attrezzature utilizzate per l’esposizione e l’essicazione dei prodotti, come i tradizionali “tavolieri”. Il giorno successivo, le pastaie hanno bloccato la strada con alcuni tavoli in segno di protesta, lamentando di non poter lavorare, e alcune di esse sono state audite in Comune dall’Assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli.
L’importanza di preservare i prodotti artigianali
Pietro Petruzzelli ha spiegato le ragioni del provvedimento, come riporta anche Ansa: “Alle pastaie di Bari vecchia abbiamo ribadito ciò che loro sanno bene, ovvero che l’aspetto legato alla tradizione delle orecchiette fresche vogliamo tutelarlo, ed è per questo che possono tranquillamente esporre i loro telai per le orecchiette fresche o per mettersi loro stesse in maniera dimostrativa a prepararle. Quello che non possono fare, a meno che non abbiano un’autorizzazione per la vendita, è vendere o esporre le orecchiette industriali. Qualcuna ha l’autorizzazione, altre si stanno mettendo in regola“.
L’Assessore alla Vivibilità urbana Carla Palone ha aggiunto: “L’autorizzazione non c’era, e quindi c’è stato il sequestro, così come facciamo nei mercati cittadini, così come verifichiamo le attività di ristorazione per la tracciabilità del prodotto: l’abbiamo fatto anche sulle pastaie, che per noi sono un’immagine importante della città“.