Ultim’ora – IMU cancellato definitivamente, ora non lo paghi anche se hai 3 case | Firmata la legge in queste ore

Tassa casa, pagamento

Tassa casa, pagamento (Canva) Adginforma.it

Una recente sentenza della Cassazione fa sperare nell’abolizione dell’IMU. Un caso controverso che ha fatto la felicità di alcune persone

Una storia che ha subito fatto il giro del web, scatenando reazioni entusiaste dei proprietari di casa.

Molti hanno gridato al miracolo fiscale: finalmente niente più IMU da pagare.

Blog, forum e social sono esplosi con titoli e commenti che parlano di rivoluzione.

Ma come sempre, quando si parla di tasse, c’è un dettaglio che fa la differenza. Ecco di cosa si tratta.

Addio IMU? Sembra tutto vero ma attenzione alle virgolette

Niente più accertamenti. Agevolazioni garantite. E persino una “scappatoia” legale in caso di doppio acquisto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha letteralmente fatto impazzire i contribuenti italiani: molti hanno creduto che l’IMU, l’Imposta Municipale Unica, fosse ormai un lontano ricordo. A rinforzare questa convinzione, le dichiarazioni rimbalzate tra titoloni ad effetto e interpretazioni fin troppo ottimistiche. Il cuore della questione? Un principio innovativo che, a prima lettura, sembrava annullare ogni margine di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Sì, perché se i termini per verificare eventuali mancanze o irregolarità iniziano a decorrere dopo tre anni dalla registrazione dell’atto allora cosa impedisce di sfruttare i benefici fiscali per poi “rimandare” all’infinito le condizioni richieste? E se non si dovesse mai unificare davvero le due unità immobiliari acquistate, chi potrà mai sanzionare? Il fraintendimento nasce qui: l’illusione che l’IMU, o almeno una parte del peso fiscale collegato agli immobili, sia in qualche modo svanita. Ma la verità è ben diversa — e arriva soltanto nel dettaglio di una sentenza che parla chiaro, ma non perdona ritardi.

IMU casa
IMU casa (Canva) Adginforma.it

Il trucco non c’è ma si capisce solo leggendo bene la sentenza

Il caso è quello di una contribuente che aveva acquistato due abitazioni contigue, chiedendo il beneficio “prima casa” per entrambe. Fin qui tutto regolare, grazie a quanto previsto da prassi e circolari dell’Agenzia delle Entrate. La condizione era chiara: unificare i due immobili in un’unica unità abitativa. Ma l’unificazione non è mai avvenuta. E così, dopo tre anni dalla registrazione, l’Agenzia ha revocato il beneficio.

La contribuente ha fatto ricorso sostenendo che il termine per i controlli era ormai scaduto. Ma la Cassazione, con l’ordinanza n. 8139 del 27 marzo 2025, ha ribaltato la situazione. Ha infatti chiarito che in caso di mendacio successivo, cioè quando la violazione si verifica dopo la registrazione, il termine triennale parte non dalla registrazione, ma dal momento in cui l’inadempimento è evidente. In parole semplici: se l’unificazione non avviene nei tempi promessi, l’Agenzia può ancora agire. Nessuna cancellazione dell’IMU, quindi. Nessun condono mascherato. Solo un principio giuridico a tutela del fisco, che chiarisce come e quando far scattare i controlli. Insomma, più che una fuga dalla tassazione, si tratta di una lezione su quanto sia importante rispettare gli impegni presi davanti al notaio. Altro che addio IMU.