“Un drago alle porte della città”, in Italia le FIABE diventano realtà | La storia che in pochi conoscono
Città del Drago - fonte_Instagram - adginforma.it
Terni celebra la sua leggenda più antica con una scultura monumentale: ecco chi è davvero Thyrus, il drago che protegge la città.
Si erge fiero, muscoli d’acciaio e sguardo fiammeggiante alle porte della città.
Non vola, ma domina l’area con grande regalità. Non brucia, ma custodisce e protegge.
Non si tratta solo di magnifica arte, parliamo di singolare identità, memoria e orgoglio cittadino.
Questo luogo ha ritrovato il suo guardiano, e ora lo mostra al mondo. La città delle fiabe racconta una leggenda che devi conoscere.
Il drago che nasce dalla palude
C’era un tempo in cui Terni aveva paura. Ma non di un nemico in carne e ossa. Il terrore veniva dall’acqua: da quelle zone paludose che ammorbavano l’aria e toglievano il respiro. Il fiume Velino ristagnava verso Rieti, il Nera si bloccava tra Papigno e Narni, e la malaria colpiva senza pietà. Non si conoscevano ancora i miasmi, né i vettori della malattia. Si conosceva però la paura. E quella, nel mito, prese la forma di un drago. Lo chiamarono Thyrus, una bestia alata, verde, nascosta tra le canne della Chiusa.
Il suo alito, raccontavano, era letale. Finché un giovane, il cui nome si è perso nel tempo ma non nel ricordo, decise di affrontarlo. Lo sconfisse, e la città fu salva. Così narra la leggenda tramandata da Elia Rossi Passavanti in Interamna Nahars, così si spiega il drago sullo stemma cittadino. Ma Thyrus non è solo un mostro da uccidere. È la personificazione di una malattia che l’uomo ha saputo dominare con ingegno e determinazione: le bonifiche, secoli dopo, hanno fatto ciò che l’eroe mitico aveva simboleggiato. È un nemico che diventa simbolo, un pericolo che si trasforma in emblema di rinascita.
Thyrus d’acciaio: il ritorno del guardiano
Il drago ora è tornato. Non più nascosto tra i canneti, ma fiero e ben visibile nella rotonda Filipponi. Lì è stato posizionato il Thyrus d’acciaio, la più grande scultura metallica del genere in Italia, ideata da un gruppo di cittadini e forgiata dallo scultore Marco Diamanti. Una presenza imponente che non incute timore, ma rispetto.
L’opera non è un vezzo estetico. È una dichiarazione. Un modo per dire: “Siamo ancora qui. E ricordiamo chi siamo.” Il metallo lucido riflette il cielo umbro, le linee nervose raccontano lotte antiche, la posa fiera guarda avanti. È un ponte tra la leggenda e la modernità. Un monumento che non si limita a commemorare, ma parla, racconta, protegge. Terni ha dato un volto alla propria storia, ma soprattutto ha dato corpo al proprio orgoglio. E mentre le auto girano intorno alla rotonda, Thyrus osserva. Silenzioso, eterno. Come ogni vero simbolo.