Addio PENSIONE DI REVERSIBILITÀ, ora né i coniugi né i figli possono far valere il diritto | L’ente taglia così le spese

Preoccupazione - fonte_Canva - adginforma.it

Preoccupazione - fonte_Canva - adginforma.it

Una riforma sulla pensione di reversibilità ridefinisce i diritti dei superstiti: ecco cosa cambierà per coniugi e figli a partire dal 2026.

Una modifica destinata a far discutere: cambia tutto per chi conta sulla pensione di reversibilità.

Il supporto economico che ha aiutato intere generazioni a far fronte alla perdita di un coniuge rischia ora di essere ridimensionato.

Tra nuovi limiti di età e regole più stringenti, il provvedimento lascia presagire un impatto profondo.

Cosa succederà ai beneficiari? Chi rischia di restare escluso? E soprattutto: è davvero un taglio mascherato da riforma? La risposta è più complessa di quanto sembri.

Un cambiamento epocale nel sistema pensionistico

Il sistema pensionistico è pronto a una trasformazione radicale che avrà un impatto diretto sulla vita di migliaia di famiglie. A finire sotto la lente è la pensione di reversibilità, quel sostegno economico riconosciuto a coniugi o figli superstiti alla morte del titolare del trattamento previdenziale. Le modifiche in arrivo, previste per il 2026, mirano a rendere il sistema più omogeneo e, almeno in teoria, più equo. Ma non tutti ne usciranno vincitori.

Attualmente, l’importo e le condizioni d’accesso alla pensione di reversibilità variano in base al tipo di lavoro svolto dal defunto e all’età del superstite. Da qui nasce la decisione di uniformare criteri e percentuali, con una riduzione delle disparità che però porterà, in alcuni casi, a tagli evidenti. La nuova norma potrebbe rappresentare un ostacolo concreto per molti, soprattutto per chi non raggiunge un requisito chiave: l’età.

 

Pensione superstiti, novità
Pensione superstiti, novità (canva) Adginforma.it

Chi rischia di restare escluso

Il cambiamento di cui si sta discutendo, al momento, avrà luogo in Francia, dove si prevede una totale rivoluzione, ma non si esclude che possa succedere anche in Italia. Tra le decisioni più discusse ci sarebbe l’età minima richiesta per ottenere la reversibilità: sarà introdotto un limite comune, fissato con ogni probabilità a 55 anni. Una soglia che fino a oggi era necessaria solo per alcuni lavoratori e che, con le nuove regole, potrebbe escludere migliaia di persone più giovani rimaste vedove. Un colpo duro, soprattutto per chi conta su questo assegno come unica fonte di sostegno economico. Oltre all’età, cambia anche la percentuale erogata: si parla di un’unica aliquota compresa tra il 50% e il 60% della pensione originaria, indipendentemente dal tipo di contratto del defunto.

Il tutto con un occhio al reddito: chi ha mezzi limitati potrebbe continuare a ricevere i due terzi dell’importo. Tra le novità anche l’estensione del diritto a chi convive stabilmente con un partner, superando così la necessità di un vincolo matrimoniale. Ma non tutti sono pronti ad accettare questa nuova logica: c’è chi parla di un ulteriore taglio mascherato da equità e chi teme che a pagare il prezzo più alto siano, ancora una volta, i più fragili. Prepararsi al cambiamento è essenziale. Chi riceve oggi una pensione di reversibilità o ne prevede il futuro accesso deve informarsi con attenzione. È importante valutare alternative, monitorare le normative in arrivo e, dove possibile, pianificare scelte previdenziali con l’aiuto di esperti. In tempi di riforme, l’unica vera certezza è la necessità di rimanere aggiornati.