Armi nucleari Russia, cosa c’è da sapere sul trattato Start e sul dispiegamento in Bielorussia

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La decisione della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia ha nuovamente alzato la tensione con l’Occidente. Vladimir Putin sostiene che l’accordo con Minsk non viola gli obblighi del trattato Start. Andiamo a scoprire i passaggi fondamentali di questo patto stretto con gli Stati Uniti.

I dettagli del trattato Start

Il trattato Start (New Strategic Arms Reduction Treaty) è stato firmato l’8 aprile del 2010, a Praga, in Repubblica Ceca. Lo firmarono gli allora presidenti di Stati Uniti e Russia, Barack Obama e Dmitri Medvedev, e ha come obiettivo limitare la proliferazione delle armi atomiche. Tra i vari punti del trattato Start spicca l’obbligo di Russia e Stati Uniti ad autorizzare fino a 18 ispezioni l’anno nelle proprie basi nucleari, con poco preavviso. Non solo: è stato fissato anche un limite massimo di 700 vettori e di 1.550 testate nucleari.

Lo scorso 21 febbraio, Vladimir Putin ha ufficializzato che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato, all’interno del suo discorso sullo stato della Nazione.

Tre considerazioni sul dispiegamento delle armi nucleari in Bielorussia

La decisione della Russia di spostare alcune armi tattiche nucleari in Bielorussia è importante soprattutto per 3 ragioni:

  1. E’ la prima volta dal 1990 che la Russia muove armi nucleari al di fuori dei propri confini. Quell’anno l’arsenale atomico rientrò a Mosca come conseguenza della dissoluzione dell’URSS.
  2. Viene rinnovata la minaccia nucleare nel conflitto con l’Ucraina, coi russi che sono fermi a Bakhmut nell’avanzata nel Donbass
  3. La Bielorussia confina con tre paesi che fanno parte della Nato: Polonia, Lituania e Lettonia.