Nella cornice della COP28 a Dubai, il mondo tiene gli occhi puntati su uno degli argomenti più cruciali per il futuro del nostro pianeta: la gestione dei combustibili fossili. Mentre le negoziazioni procedono, la bozza di accordo presentata dal presidente della conferenza, Sultan Al Jaber, ha suscitato polemiche per la mancanza del termine “uscita” dai combustibili fossili e la preferenza per “riduzione graduale” (phasedown).
Uno dei punti focali delle discussioni alla COP28 è la differenza tra “phasedown” e “phaseout” dei combustibili fossili. Mentre la versione precedente della bozza menzionava l'”uscita graduale” da carbone, petrolio e gas, la nuova bozza opta per una “riduzione graduale”. Questa scelta di parole ha innescato un acceso dibattito tra le parti.
La bozza attuale esorta le nazioni ad adottare misure per ridurre gradualmente il carbone unabated e limitare la produzione di energia elettrica da carbone non dotata di sistemi di cattura-stoccaggio o cattura-utilizzo di anidride carbonica. Tuttavia, alcuni sostengono che il termine “phaseout” sarebbe più incisivo e impegnativo, mentre il “phasedown” potrebbe lasciare troppo spazio per una transizione più lenta.
La bozza di accordo presenta sette punti chiave su cui le parti dovrebbero concentrarsi:
Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha lanciato un appello urgente alla COP28, sottolineando l’importanza di agire rapidamente per affrontare i cambiamenti climatici. Ha insistito sull’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale, affermando che “il nostro pianeta è a pochi minuti dalla mezzanotte” su questo obiettivo cruciale. Guterres ha chiesto un accordo ambizioso che delinei un piano decisivo per affrontare la crisi climatica e proteggere le comunità più vulnerabili.
Le Isole Marshall si sono espresse con forza contro la bozza di accordo, sottolineando la necessità di un impegno più deciso nell’uscita graduale dai combustibili fossili. Il ministro delle Risorse naturali delle Isole Marshall, John Silk, ha dichiarato che non accetteranno un risultato che porterebbe alla devastazione del loro paese e di milioni di persone vulnerabili.
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