Il Napoli riparte da Ciccio Calzona. È il terzo tecnico per i campioni d’Italia

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Mantiene le promesse Xavi, e il suo Barcellona, nella prima mezzora di gioco, è padrone del campo. Nella sfida notturna di Fuorigrotta, per l’accesso ai quarti di Champions, gli azzurri soffrono, e tanto, nella prima parte del match. I blaugrana quasi prendono a pallate gli avversari che si salvano grazie alle parate, un paio anche spettacolari, di uno splendido Meret. Trenta minuti di autentica tempesta. Poi la parte finale del primo tempo di marca napoletana tranquillizza i tifosi. Si va alla seconda frazione con le reti inviolate. Ad insaccare ci penseranno, in soli quindici minuti, i due centravanti.

Prima Lewandowski poi Osimhen siglano l’1-1 che rimarrà tale sino alla fine. Per il centravanti polacco l’ennesima firma su una carriera straordinaria. Per quello nigeriano, attesissimo peraltro dopo la lunga assenza per la Coppa d’Africa, è un gol che lo rilancia alla grande. E che può essere finanche determinante per il resto di una stagione non certo esaltante del club partenopeo. Il cui presidente, reo confesso della inopinata débacle, ha costruito una nuova panca, la terza quest’anno, sulla quale ha preferito sedesse uno che ben conosce l’erba del Maradona.

E Ciccio Calzona da Vibo Valentia ha dato l’impressione di voler bene onorare l’impegno. Già ieri sera, da subito in pratica. Il CT della Slovacchia in manco 48 ore ha preparato una partita a dir poco complicata, ma per questo ancor più affascinante. Un rischio calcolato per il vice di Sarri prima e di Spalletti poi. La conoscenza del gruppo ed anche dell’ambiente sarebbero state d’aiuto. Senza dubbio alcuno. Ma la partita, quella, la si doveva ancora giocare. Il mister, tutto sommato, pare abbia approcciato bene. Forte del palcoscenico europeo e spinto dall’entusiasmo degli spalti, peraltro gremiti.

Che possa essere la chiave risolutiva e salvifica per il resto della stagione lo si saprà cammin facendo. Al terzo tentativo ADL potrebbe aver pescato il jolly. Lui, Calzona, ha mostrato carattere e determinazione. Superando il complesso delle sostituzioni dei grandi. Ha tirato fuori prima un opaco Kvara, poi, subito dopo il gol del pari, anche Victor. Il georgiano ha mostrato il broncio, sereno il centravanti, ma lui era forte del centro di poco prima. Il tecnico ha avuto ragione proprio sui cambi, tutti azzeccati. I tifosi, divisi sulla decisione, sperano in un pronto chiarimento tra il beniamino e l’allenatore.

Il quale, alla stampa, ha dichiarato di non fare sconti ad alcuno. Più che al nome bado al merito. In fondo è giusto sia così. Se si passano al setaccio le responsabilità della Società e quelle degli allenatori è opportuno evidenziare anche quelle degli attori principali. Spesso svogliati nel corso della stagione. Nello specifico, intendiamo nella crisi dell’undici azzurro, è bene che oltre che del modulo, della preparazione atletica, si parli anche di uno spogliatoio, forse da plasmare. Il mister sembra avere le idee chiare. Nell’immediato si guarda con fiducia alla partita di ritorno in terra catalana. Ma ancor prima alle trasferte col Cagliari e col Sassuolo. Un bottino pieno rappresenterebbe una sterzata per un rilancio alla grande. Auguri mister.