Si chiama “Bread and Brexit, il cinema di Ken Loach” la rassegna cinematografica che la RAI offre ai telespettatori per omaggiare Kenneth Loach. Uno dei registi più rappresentativi della storia del cinema. La retrospettiva, davvero interessante, comprende una fetta sostanziosa dell’opera complessiva del regista britannico. Sono infatti quattordici i titoli presi in carico da Rai5, che li proporrà in prima serata ogni martedì. Dal 19 settembre al 19 dicembre. La domenica invece, in seconda serata, c’è l’opportunità di guardarli in lingua originale. L’intera lista dei film è comunque disponibile anche su RaiPlay.
Un’opera forte, quella del maestro inglese, fatta di temi riguardanti il mondo del lavoro, gli stenti e gli affanni proletari, le norme sulla sicurezza spesso inosservate, i diritti per la classe operaia, le ingiustizie sociali, il vissuto quotidiano dei deboli. Ma Loach affronta pure il delicato problema delle dipendenze. Droga e alcol su tutti. Così come la violenza e i maltrattamenti. Ne deriva un cinema crudo, reale, senza fronzoli e senza sconti. Lui si definisce come “uno che crede nella voce degli ultimi, degli emarginati, dei disoccupati, dei dimenticati”. Noi aggiungiamo, uno che mai è sembrato banale né retorico. Loach graffia, lo fa a mani nude, con un cinema pulito e nel contempo carico di emozioni. Il suo è un parlare diretto, ancor più quando lo fa nei confronti della classe politica del proprio Paese.
Della Brexit, scelta traumatica del popolo britannico, evidenzia ogni limite. L’opzione di tirarsi fuori dalla UE relega l’intera Nazione ai limiti di un totale isolamento. Commerciale, finanziario, lavorativo e culturale. Un falso mito, a ben vedere, che ha ridimensionato le aspettative di coloro che ci credevano e che in sostanza addolora quelli, come lui, del partito laburista. Loach confesserà “Stiamo sanguinando. Per il mio partito è la sconfitta più dura di sempre”. Tra gli appuntamenti in agenda Rai segnaliamo quello del 10 ottobre prossimo quando sarà in onda Paul, Mick e gli altri. Il film parla della privatizzazione delle ferrovie britanniche e dei problemi che ne derivano per gli operai. Uno di loro, nel film, morirà per scarsa sicurezza. Proprio l’8, solo due giorni prima, si celebrerà la Giornata nazionale per gli infortuni sul lavoro. Film, dunque, evocativo, per certi versi.
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